In questo spazio potrete inviare i vostri racconti dell’estate: quelli da fare come compito o anche altri!

Buon divertimento :-)

10 Commenti a “Racconti dell’estate”

  • ⓛⓞⓥⓔM@Rg¥εïз scrive:

    UN’ AVVENTURA IN MALESIA

    Jane si era appisolata sul divano a guardare la tv, quando sentì suonare il campanello. Di colpo si alzò e andò ad aprire, sull’uscio trovò il postino con una lettera in mano della associazione per cui lavorava.
    Prese la lettera e l’andò a leggere in salotto; la missiva chiedeva se Jane fosse disponibile a passare due settimane in Malesia per curare i bambini malati del villaggio e per dare una mano a costruire nuove abitazioni per famiglie.
    Il lavoro sarebbe stato fatto insieme ad un gruppo di ragazzi con cui aveva già collaborato in passato.
    Jane si trovò così a fare le valigie per il giorno seguente. Per andare all’aereoporto chiamò un taxi che la venne a prendere a casa. Un Un’ora dopo essere arrivata in aereoporto si imbarcò sul volo diretto in Malesia.
    Il viaggio durò otto ore. La vennero a prendere Jack, un amico e il capo tribù per darle il benvenuto.
    Durante il tragitto per arrivare al villaggio il capo tribù le spiegò come mai fosse stata chiamata; circa una settimana prima c’era stata una grande alluvione in seguito allo straripamento del fiume li vicino. L’alluvione aveva distrutto tutte le case e fatto parecchie vittime.
    Appena arrivati a destinazione iniziarono subito a lavorare. arrivata la sera riuscirono a costruire le fondamenta per poi fare un abitazione. Jane alloggiava in una capanna.
    La mattina seguente si alzarono all’alba per continuare i lavori, Jack si occupava della costruzione invece Jane curava i bambini e andava a prendere l’acqua al pozzo distante 1 kilometro da li. lì.
    Passarono i giorni e il capo tribù si ammalò di Percosi, una malattia curabile solo con la Rosignola, un raro fiore che cresceva nella foresta Mugnaleka.
    Per non far morire il capo del villaggio Jack e Jane si offrirono volontari per andare nella foresta e cercare la pianta. partirono il giorno seguente e dopo circa quattro ore di estenuante marcia, arrivarono alla leggendaria Mugnaleka.
    Tutto intorno a loro era lugubre, buio e spaventoso, penzolavano rami da ogni parte e gli alberi sembrava assumessero forme insolite nell’oscurità. Andarono avanti a cercare il fiore per un ora…finche….Jane vide dietro un masso spuntare dei petali color rosso intenso con delle sfumature blu, capì che era la pianta che stavano cercando, subito si mise a correre verso essa che si trovava vicino ad un crepaccio, con cura lo prese facendo attenzione a non cadere nel burrone quando…inciampò in una radice, stava per cadere, ma per fortuna venne Jack, che la tirò su.
    Jane non sapeva cosa dire e ringraziò tanto il ragazzo per averla salvata.
    Ripresero la loro strada verso il villaggio e arrivati diedero subito alla moglie del capo tribù il fiore, nella speranza che guarisse. Passarono due giorni e il capo tribù guarì.
    Il lavoro al villaggio era ormai terminato, ma Jane decise di restare, la sua vita ormai era tra le persone che erano riuscite in poco tempo a farle amare quel luogo.

    Descrizione personaggio

    Jane è una ragazza allegra, vivace e avventurosa.
    Non rifiuta mai una sfida perchè secondo lei bisogna vivere ogni esperienza della vita, anche se, a volte potrebbe portare alla morte.
    Jane è abbastanza alta, magra con lunghi capelli castani raccolti da un codino. Ha gli occhi azzurri e i lineamenti del viso sono dolci e accurati.

    Descrizione del luogo

    Il villaggio in cui si trovano Jane e Jack è pieno di vegetazione,valli e pianure.
    E’ circondato da alberi e fauna.
    Il clima è abbastanza temperato con giornate calde e notti abbastanza fredde.

    :-)

  • ⓛⓞⓥⓔM@Rg¥εïз scrive:

    UNA SERA DA PAURA…

    Era tutto tranquillo, fuori pioveva, il cielo era terso, la pioggia angosciante e Katy stava leggendo un libro sul divano, con addosso una coperta di lana. Era arrivata al punto in cui il libro narrava che l’assassino stava uccidendo in modo macabre, lugubre e sofferente la sua vittima. Katy non credeva a questi fatti che avvenivano in poco tempo…
    Andò in bagno a farsi la doccia, visto il tempo che c’era per riscaldarsi un po’.
    Un rumore inquietante arrivò dal salotto…katy non ci fece molto caso…quando ne sentì un altro.
    Affrettata e spaventata si diresse verso il rumore sentito, con passo felino e silenzioso.
    Solo una cosa divideva il corridoio dal salotto…un angolo, per vedere se c’era qualcuno Katy girò l’angolo senza farsi vedere…era spaventata.
    Vide in salotto un uomo, sembrava solitario, dai modi duri portava un cappello da cowboy e aveva una pistola sotto la giacca. Si sentiva il suo odore ripugnante e nauseante fino a dove era Katy. aveva i capelli corti, sporchi e castani, occhi verdi e una cicatrice sulla guancia sinistra che partiva dall’occhio e arrivava al mento. Era grande, profonda e rossa. Era magro come uno scheletro e con un inquietante, lugubre moncherino al ginocchio. Aveva un impermeabile lungo di colore marrone sporco con qualche macchia rossa, forse di sangue come un killer.
    Aveva un dente oro. Da come era vestito e a vedere il suo corpo pareva vivesse in una squallida, lugubre, ripugnante casa.
    Katy era nel panico e vedendo il soggetto dai modi duri e macabri non sapeva cosa fare.
    le scappò uno starnuto che emise un lieve rumore fastidioso, il ladro lo sentì perchè il suono gli disturbò l’udito. Con molta velocità e accuratezza tirò fuori la pistola andò verso il corridoio dove c’era Katy e con molta precisione sferrò un colpo di pistola la colpì, si accasciò per terra con una ferita sanguinante sulla parte addominale, che impregnava il pavimento si sangue, emanava un odore fetido e ripugnante.
    Il corpo di Katy, ormai senza vita era in putrefazione, ma l’anima era viva e si sentiva la sua voce allegra eccheggiare per la casa.

    Descrizione killer

    Jack. questo era il suo nome. Un tipo solitario, duro portava un cappello da cowboy e una pistola sotto la giacca. Aveva i capelli corti, castani, occhi verdi e una cicatrice che li partiva dall’occhio e arrivava fin sotto al mento. Era magro con un moncherino al ginocchio e portava sempre un impermeabile lungo si colore marrone sporco come un killer.
    Quando le persone lo fissavano lui apriva la bocca facendo vedere il dente oro e le fissava fino al punto di farle scappare.
    Abitava in una piccola casa tutta rotta con buchi e tegole che penzolavano dal tetto.

    Descrizione luogo

    La casa di Katy è una casa accogliente.
    Alle pareti ci sono attaccati quadri, foto e disegni fatti da lei. Adorava dipingere e immortalare luoghi e persone in momenti allegri.
    Ogni mobile era ricoperto con una copertina di plastica per fare si che non si sporcassero o rovinassero. La casa era sempre in ordine, tutto era al suo posto e ciò dava aria di perfezione.

  • ⓛⓞⓥⓔM@Rg¥εïз scrive:

    UNA VACANZA IN GRECIA

    10 Agosto

    Caro diario oggi parto per la Grecia e sono felicissima! Il ritrovo era alle 5.30 davanti a casa di Daniela una nostra amica che viene in vacanza con noi. Per arrivare ad Ancona io sono stata in macchina con Cristina e Filippo perchè sulla mia non c’era posto. Lorenzo con la sua famiglia e così anche Andrea. Il viaggio è stato lungo, ci abbiamo impiegato quattro ore, ora finalmente ci siamo imbarcati. Io sono nella mia cabina e sto aspettando gli altri per andare a fare un giro.
    Sono arrivati! Ti saluto a dopo
    Margherita

    17 Agosto
    Caro diario scusa se non ti ho scritto in questa settimana, ma ero così impegnata a divertirmi in spiaggia che mi sono dimenticata! Scusa!
    La casa in cui siamo noi a Daniela, non è come ce l’aspettavamo e piccola e stretta. Appena entri alla tua destra trovi l’angolo cottura….quella sarebbe la cucina. Difronte ad esso c’è il bagno e poi 30 metri quadri di stanza con tre letti. Un lato positivo è una bellissima vista e un enorme terrazzo.
    La spiaggia in cui andiamo noi si chiama Makris Gialos, ma da dove abito io è un pochino lontana e dobbiamo prendere la macchina, anche se ci impieghiamo tre minuti ad arrivare, potremo andare a piedi, ma siamo troppo sfaticati! Noi siamo i più lontani, mentre Lorenzo e Andrea sono i più vicini e Filippo è poco più sopra di loro. Questo non i impedisce di divertirci, certo per andare in spiaggia devo farmi accompagnare, ma qualche volta posso anche andare a piedi.
    Ritorniamo a parlare di Makris Gialos….è una spiaggia di sassi, il suo nome infatti significa ciò, è situata sotto una montagna. L’acqua è stupenda, limpida e trasparente, senza alghe e sporcizie.
    Ora ti saluto ma ti prometto che domani ti scriverò. Ciao!!
    Margherita

    18 Agosto
    Caro diario come promesso, eccomi qui, a scrivere della giornata appena passata.
    Oggi io Lorenzo, Andrea e Filippo abbiamo giocato in acqua a “Conquista il trono”. Eravamo divisi in due squadre io e Lory contro Andre e Filo, il gioco consiste nel conquistare il trono fatto di sassi (costruito da noi 😀 ) per il maggior tempo possibile. Per facilitare le cose durante la lotta abbiamo fatto uno contro uno, io ero contro Filippo, che mi ha letteralmente massacrato con le sue mosse, per esempio la body-slam….Non si sa chi abbia vinto, so solo che ci siamo divertiti!
    Stasera invece giochiamo a nascondino, non so se riuscirò a correre con tutte le botte che mi sono procurata giocando…Ora però devo andare a mangiare, ci sentiamo domani…forse…Ciao!
    Margherita

    20 Agosto
    Caro diario, oggi siamo andati a fare una gita in barca, al Navjo e alle Blue Caves. Il Navajo è stupendo! E’ il relitto di una barca su una spiaggia. L’acqua è bellissima, è color azzurro intenso quasi celeste. Dopo essere stati un ora li, siamo andati alle Blue Caves chiamate così perchè l’acqua che c’è al loro interno è blu. La gita che abbiamo fatto oggi è stata bellissima.
    Ci sentiamo. Saluti
    Margherita

    24 Agosto
    Caro diario oggi siamo andati a vedere il Navajo dall’alto! La vista è magnifica e ne valeva la pena di andare! Pensa che c’era una macchinetta che ti trasformava le monetine da cinque centesimi in ovali con sopra stampato il disegno del relitto. Io ne ho fatte due! Nel pomeriggio siamo andati a Cheri a vedere il tramonto, è stato bellissimo il cielo era arancione con varie sfumature qua e la di giallo e di rosso, è stato uno spettacolo! Ora vado! Ciao.
    Margherita

    29 Agosto
    Ecco il fatidico giorno della partenza, sono finite le vacanze e so già che Zante mi mancherà…ora sono sul traghetto. Ti scriverò appena tornata a Milano. Ciao
    Margherita

    30 Agosto
    Si Zante mi manca, forse la rivedrò nei prossimi anni…chi lo sa…io so solo che la vacanza che ho passato quest’anno in Grecia è indimenticabile perchè piena di ricordi…

  • J.Page scrive:

    Tema di avventura
    Era una bella giornata assolata,e Luke era sdraiato sul tetto di casa sua in campagna. Gli piaceva stare lì, poteva riflettere in pace senza distrazioni godeva anche di un’ ottima vista della valle circostante, perlopiù occupata da campi coltivati e da pascoli per mucche e capre.
    Stava lì già da molto tempo e le tegole del tetto gli avevano fatto venire il mal di schiena, così decise di scendere, appena si mise a sedere però vide un pallone all’orizzonte,all’inizio lo scambio per uno di quei palloni che vendono alle fiere di paese alle quali va con la madre una volta all’anno, però poi si accorse che era molto più grosso e che sotto aveva una grossa cesta,allora saltò giù dal tetto più veloce che poté,e corse in casa per prendere un binocolo con il quale giocava da bambino, che nonostante gli anni funzionava benissimo, allora corse di nuovo sul tetto e si mise a guardare:
    un grosso pallone volava nella sua direzione, e subito capì che si trattava di un aerostato, ne aveva sentito parlare in un libro di Jules Verne, dove un gruppo di uomini che evadono da un campo di prigionia con una mongolfiera si ritrovano su un’isola disabitata.
    L’aerostato continuava ad avvicinarsi, e si poteva vedere distintamente senza binocolo.
    Era ormai vicinissimo, non più di duecento metri di distanza dalla casa e sollevato dal suolo per cinque metri, quando si fermò e da sopra vide un uomo vestito da marinaio, con un impermeabile blu ed un cappello bianco con un’ancora disegnata, gettare una scaletta di corda ed un’ancora che cadde pesantemente al suolo. Dalla scaletta scesero due uomini armati di fucili, vestiti tutti e due come il marinaio che aveva gettato l’ancora, però sembravano molto più giovani. Intanto i genitori di Luke, risvegliatisi dal sonnellino pomeridiano dal fragore che aveva provocato l’ancora cadendo, uscirono, la moglie dietro al marito che imbracciava una doppietta, che puntava ai due uomini che oramai erano a pochi passi dalla veranda della casa.
    I tre uomini armati si squadrarono per un po’ in volto, il primo a parlare fu il padre di Luke,George, che disse:-Ci siete voi, e cosa ci fate armati nella mia proprietà?!-
    Questa frase venne quasi urlata da George, che però non riuscì a nascondere una nota d’insicurezza e di spavento.
    I due uomini se ne accorsero, e sorrisero, più che un sorriso, però a Luke sembrò un ghigno di scherno.
    Dopo un’altra breve pausa l’uomo a destra abbasso il fucile, cosa che fece anche l’altro, e poi parlò:-Non abbiamo alcuna intenzione di farvi del male- l’uomo scandì la frase come se stesse parlando ad un bambino piccolo non in grado di comprendere, a quelle parole George si rilassò un po’ ed abbasso la guardia.
    L’uomo continuo:-Siamo atterrati perché ieri durante una tempesta abbiamo perduto tutti i viveri ed è morto un nostro compagno, era molto importante per noi, era uno scienziato, studiava la meteorologia, buffo che sia morto proprio per una cosa che aveva predetto e alla quale avevamo dato poca importanza.
    Comunque, come stavo dicendo siamo scesi per andare a caccia, però abbiamo pensato che fosse stato meglio comprare del cibo da voi. Inoltre eravamo scesi per trovare qualcuno che ci facesse da meteorologo nelle veci del nostro defunto compagno.- a quel punto i due uomini scoppiarono a ridere, avevano una risata, come dire, malvagia.

    George disse loro che non avevano nulla da vendere, allora i due uomini si adirarono non poco, puntarono i fucili sui due, e gli ordinarono di gettare il fucile in terra, Luke era atterrito, però non si fece cogliere dal panico, scese dal tetto sul retro ed entrò in casa dalla porta sul retro, sapeva che il padre teneva una pistola nel cassetto del comodino, corse a prenderla, dopo di che torno sul tetto, tirò fuori la pistola e mirò l’uomo che gli sembrava più pericoloso e poi parlò:- Gettate i fucili o vi sparo!- le parole uscirono decise dalla sua bocca, tanto che i due sobbalzarono prima di giarsi, abbassarono i fucili, e lo guardarono, poi si scambiarono uno sguardo d’intesa e quasi contemporaneamente alzarono i fucili Luke si gettò di lato sparando due colpi, uno dei quali colpì uno di quei “marinai” alla spalla e lo fece svenire, l’altro ora non più divertito ma arrabbiato sparò un altro colpo che passo sibilano a pochi centimetri dalla testa del ragazzo che corse a ripararsi dietro il comignolo.
    George allora prese il fucile da terra, e lo puntò sull’uomo ancora in piedi, che però più veloce si girò e gli sparò un colpo che andò dritto al cuore del padre che cadde a terra senza un lamento, a quel punto Luke era furioso, e senza neanche accorgersene saltò giù dal tetto , atterrando sul marinaio terrorizzato, probabilmente Luke saltando aveva urlato, ma non se ne era accorto, stava facendo tutto senza volerlo, era in una specie di trance, l’uomo ora era disteso a terra tramortito, Luke allora gli sparò un colpo in testa, mandando schizzi di sangue da tutte le parti. Un dolore particolarmente acuto al fianco destro lo riportò al mondo reale, probabilmente l’uomo aveva fatto in tempo a sparalo, per fortuna lo aveva solo preso di striscio.
    Intanto scesero dalla nave tre uomini, il marinaio che aveva gettato l’ancora, un altro uomo in divisa ed un uomo molto grosso con capelli e barba incolti che aveva in mano un grosso machete, mentre l’uomo in uniforme aveva in mano una granata, che tirò contro la casa.
    La casa esplose con un boato, e Luke vide sua madre morire sotto le macerie, cadde di nuovo in trance, però stavolta riusciva quasi a controllarsi, svuoto il caricatore della pistola su quello che aveva ucciso sua madre, poi gettata via la pistola che ormai era un’inutile pezzo di ferro si gettò sul marinaio più anziano buttandolo a terra e facendogli sbattere la testa su un grosso masso. Però il gigante lo aveva aggirato e gli stava per piantare il machete nella schiena, Luke però si spostò, non abbastanza in fretta però da evitare il machete che si piantò nel suo braccio sinistro, Luke cadde a terra mezzo svenuto, pensando che sarebbe morto, l’omone levò il machete in aria, lo stava per colpire quando nell’aria riecheggiarono due colpi di pistola.
    L’omone fece cadere il machete prima di rovinare a terra senza vita.
    Luke quel punto svenne.
    Si sveglio in un letto, aveva il braccio ed il fianco fasciati, si guardò intorno e si accorse che si trovava in un ospedale, l’infermiera si accorse che era sveglio e corse fuori, tornò dopo pochi attimi in compagnia di un agente di polizia, che lo informò del fatto che lui aveva combattuto contro una banda di criminali e che l’omone era il capo, naturalmente c’era una taglia sui banditi e lui l’aveva incassata.
    Luke allora si ricordò della morte dei genitori e si ripromise di ricostruire la casa con i soldi della taglia.

  • ▒ℒąŋƇḝ▒ scrive:

    Il finto inglese
    In una sera piovigginosa di fine maggio, al museo Louvre di Parigi scattò l’allarme. Era una sirena fortissima che si sentiva fino alla periferia e mise in allarme tutti i cittadini che camminavano per strada.>Dopo due minuti a quel suono si unì l’ululato delle sirene della polizia che sfrecciò fra le strade per arrivare più in fretta sul luogo. Nella prima pattuglia c’era il commissario Michel che scese di corsa ed entrò nel museo, controllò tutte le sale e si accorse che non mancava niente allora si accinse ad entrare nella sala n°8, comunemente chiamata la sala blu, dove oltre ad un sistema di otto telecamere si poteva accedere tramite l’esibizione del documento d’identità che veniva trascritto su un registro. Lì si accorsero che la teca contenente la prima tavola dei comandamenti fu era stata trafugata. Chiamarono subito i guardiani del museo e interrogandoli scoprirono che il furto era avvenuto dalle diciotto alle dicianove perchè l’ultimo controllo era stato fatto alle diciassette e cinquantanove. Controllarono allora il registro e scoprirono che a quell’ora erano stati registrati due uomini: Carl Middleton e Lorenz Stuart entrambi di nazionalità inglese.
    Da quel momento partirono le ricerche nazionali e internazionali per trovarli. All’aeroporto scoprirono che Middleton era appena decollato per la Grecia, allora l’interpool mise degli uomini ad aspettarlo all’atterraggio ad Atene mentre Stuart risultava ancora locato presso l’hotel Excelsio in Montmatre. Il commissario lo andò a prelevare e lo portò in centrale e lo mise subito sotto torchio, ma lui si dichiarò innocente ed estraneo ai fatti, si fece firmare dal giudice l’ordine di custodia cautelare di 24h e lo trattene in carcere . Il mattino dopo alle otto arrivò Middleton e anche lui dopo aver subito un pressante interrogatorio si dichiarò innocente e anche per lui si aprirono le porte del carcere per 24h. A questo punto il commissario doveva trovare un mezzo per far cadere in inganno il vero colpevole, si riunì con i suoi superiori e dopo vari controlli le venne in mente che un vero inglese non avrebbe potuto avere l’intenzione di rubare una tavola religiosa in quanto protestante, allora nella sua testa scattò l’idea di trovare il vero colpevole. Li fece portare tutti e due nel suo ufficio e le chiese loro di scrivere su un foglietto la parola “patatine fritte”, quando lesse i biglietti capì che il vero colpevole fosse era Stuart perchè solo un vero inglese la parola “patatine fritte” la scrive “chips” come Middleton.
    Descrizioni del personaggi:
    Il commissario Michel: è alto, con i baffi, il naso a punta, viso lineare, solare, brillante, occhi azzurro turchese, goffo, schizzinoso.
    Middleton: basso, con i capelli lunghi biondi, occhi neri, viso bianco latte, gentiluomo,
    Stuart: abbastanza alto, senza capelli, viso scuro, occhi grigio fumo, egoista, spregiudicato.
    Descrizione luogo:
    Museo: ci sono otto stante fra cui sette accessibili ed una che per cui serve un un’ autorizzazione lì tengono reliquie antiche molto rare. All’inizio c’è un un’ enorme porta di vetro seguita con un atrio gigantesco.
    Centrale: All’inizio c’è una porta blindata seguita da un corridoio con tutti gli uffici e in fondo a sinistra c’è l’ufficio del commissario, una piccola stanza con un tavolo in fondo ed un computer di ultima generazione.

    ;.) attenzione agli apostrofi e ai verbi

  • ́ ́ ̄`··._.·αngу`·. ̧ ̧.· ́ ́ ̄`·· scrive:

    Ecco il mio terzo e ultimo tema per l’estate.
    Personaggi principali:
    Michela: una ragazza, alta, con i capelli corti, occhi azzurri e magra.
    Sofia:Una ragazza un più giovane, bassa con capelli abbastanza corti, occhi castani.
    Mario:Un uomo alto, con capelli neri e lunghi.
    Carolina:una ragazza abbastanza cicciottella, con capelli legati neri e mossi.
    Nisrin:capelli lunghi e neri, alta, occhi castani.
    Descrizioni luoghi:
    Salone per i compiti: All’entrata a destra ci sono delle sedie rosse, tutte messe in fila, in fondo c’è un tavolo enorme, mentre a sinistra un tavolino.
    Diario:
    11-5-2011
    Caro diario, oggi mia mamma mi è venuta a prendere all’oratorio Santi Martiri e mi ha accompagnato a fare i compiti alla parrocchia San Romano, Ti sembrerà strano che proprio io, vada a fare i compiti in un dopo scuola, ma, dato che quest’anno a scuola non sono andata bene, devo impegnarmi per recuperare.
    Dunque; sono arrivata al dopo scuola ; Michela una ragazza, alta, con i capelli corti,occhi azzurri e magra, mi stava aspettando, insieme a Sofia, una ragazza, più giovane, bassa con i capelli abbastanza corti, gli occhi castani, un po’ bassina e Mario, un uomo alto, con i capelli neri e lunghi.
    Mi aspettavano in un salone, dove all’entrata a destra c’erano delle sedie rosse, tutte messe in fila, in fondo a destra un tavolo enorme, mentre a sinistra un tavolino.
    Insieme a loro c’erano due mie coetanee: Carolina, una ragazza abbastanza cicciottella, con i capelli legati neri e mossi e una faccia, a prima vista antipatica.
    Nisrin una ragazza che conosco dall’asilo, capelli lunghi e neri, alta, occhi castani.
    Carolina e Nisrin erano lì per il mio stesso motivo.
    All’inizio non sapevo che compiti fare, perchè ero appena arrivata dopo una lunga giornata all’oratorio, sotto al sole, però poi mi sono messa a fare matematica. Sono riuscita a fare tutto, anche senza errori, grazie a Michela, che mi aiutava nelle cose in cui non riuscivo.
    Dopo, mentre aspettavo che gli altri finissero i compiti, mi sono messa a fare origami assieme a Mario. Poi ci ha raggiunto anche Michela che mi ha insegnato a fare una rana che per di più saltella.
    Finalmente anche Nisrin e Carolina, avevano finito di fare i compiti e abbiamo fatto la merenda, di buono da mangiare c’erano: Ttanti pezzi di cioccolato fondente e al latte. Mi veniva l’acquolina in bocca. Abbiamo mangiato e poi con Mario siamo andati a giocare a pallavolo a squadre.
    Con me c’erano: Io, Mario e Carolina.
    Dall’altra parte: Michela, Nisrin e Sofia.
    La prima partita l’abbiamo vinta noi, poi gli abbiamo dato la rivincita, ma ovviamente abbiamo vinto ancora noi. Peccato che, durante la partita, io e Carolina abbiamo avuto una discussione, perchè lei sosteneva che per giocare a pallavolo sia necessario buttarsi per prendere la palla.
    MA secondo me, non è questo, giocare a pallavolo, è piuttosto strategia, gioco di squadra e prontezza nel prendere la palla.
    Comunque, dopo la partita, mia mamma mi è venuta a prendere e sono tornata a casa.
    E’ stato bellissimo, mi sono davvero divertita.
    Ti saluto.
    Angy.
    :-) attenzione alla punteggiatura. Ti ho tolto qualche virgola (non va tra sogg e verbo per es.). Non abusare dei :

  • adminchiara scrive:

    Ho inserito due articoli nella pagina delle INTERVISTE (ci arrivata da AUDIO/VIDEO).
    Ascoltate gli audio registrati da Teo e Andrea!
    Possono esservi di aiuto anche per i vostri compiti

    :-))

  • ́ ́ ̄`··._.·αngу`·. ̧ ̧.· ́ ́ ̄`·· scrive:

    Mi sono dimenticata di dare il titolo al mio giallo.
    Titolo: Un giallo senza uguali

  • ́ ́ ̄`··._.·αngу`·. ̧ ̧.· ́ ́ ̄`·· scrive:

    Ecco il mio secondo racconto per l’estate.
    E’ un giallo un po’ comico, questa storia si svolge a Manattan.
    Descrizione dell’investigatore Dario.
    -Cicciottello
    – Pelato
    – Occhi azzurri
    – Viso nordico
    – Proviene dall’ Argentina
    – Ha un accento spagnolo impeccabile, a volte gli capita, mentre parla di accennare un po’ la lingua spagnola.
    Carattere.
    – Pazzerello
    – Serio, quando si tratta del suo lavoro
    – tende ad auto festeggiarsi quando scopre un indizio o risolve un caso.
    Luoghi principali che servono per risolvere il caso.
    – Bar
    -Laboratorio
    – Palazzo sulla settantesima strada, dove sul tetto si trovano dei nidi di corvo.

    Titolo:

    – Amily, vuoi un caffè?
    Chiese l’agente Dario alla sua socia.
    – Si grazie.
    Entrarono dentro il bar, Coffy Star e andarono a gustarsi il caffè all’esterno sui tavolini.
    Mentre i due poliziotti stavano chiacchierando del più e del meno, un volatile che stava volando da quelle parti fece cadere un occhio umano dentro il caffè di Dario, che reagì chiamando subito rinforzi e a prendere il materiale per raccogliere indizi.
    Appena arrivata la pattuglia, i poliziotti presero l’occhio e lo analizzarono con una valigetta che aveva al suo interno un computer, per far combaciare i DNA.
    Dario la prese e fece combaciare il DNA dell’occhio con quello di un signore di nome Jhon Palok.
    – Uh uh è lì la destinazione.
    Esultò l’agente Dario facendo un balletto e indicando la via di casa vicino al nome della vittima.
    Corsero fino alla trentaquattresima strada.
    I poliziotti cercarono in tutti i citofoni il nome di Jhon, fino a che non trovarono la porta giusta, la sfondarono.
    – Polizia mani in alto.
    I poliziotti percorsero l’intero salone, trovarono una cornice con una macchia di sangue sopra e un impronta, poi, una pomata antidolorifica anche quella piena di impronte.
    – Hei venite qui, in terrazza c’è un corvo con una strana targhetta che, si sta mangiando il corpo di Jhon.
    Gridò l’agente Dario.
    Corsero tutti in balcone, trovarono il corpo di Jhon Palok sotterrato in una fioriera e tutto deteriorato con pezzo del suo corpo mancanti.
    Dario e i poliziotti presero il corpo e lo portarono in laboratorio.
    Passò un ora, durante quegli interminabili sessanta minuti Dario, stava facendo delle ricerche sul corvo che si trovava in terrazza, che si stava cibando della vittima e a quella strana targhetta che si trovava sulla zampa.
    Andò su internet e scrisse: Corvi a Manattan.
    Scoprì che la targhetta che aveva il volatile, non era un semplice pezzo di ferro, ma, un gps, che serve per seguire gli spostamenti dei corvi quando migrano.
    Scoprì anche che il corvo in questione era un corvo a collo rosso.
    Mandò una pattuglia a vedere i nidi che si trovavano sulla settantesima strada, trovati grazie ai gps.
    La pattuglia appena arrivata, cercò in tutti i nidi fino a che, in un nido non trovarono un intestino, umano, forse di Jhon.
    Tutti i loro dubbi, furono risolti, l’organo era appartenete proprio a Jhon Palok e, grazie al ritrovamento dell’organo, Dario è riuscito a creare un autopsia virtuale del corpo della vittima, basato sui bocconi dei corvi, dalla parte trovata nel nido e dagli organi ancora intatti del corpo.
    Grazie a essa Dario scoprì, che prima della morte Jhon aveva un ulcera fatale.
    – Ma perchè nascondere una persona morta naturalmente?
    Si domandava Dario.
    Non fece in tempo però a ragionare perchè erano arrivate le analisi della macchia di sangue e delle impronte sulla pomata e sulla cornice.
    i risultati dicevano che:
    La macchia di sangue sulla cornice e l’impronta sulla pomata, appartenevano alla vittima, mentre l’impronta sulla cornice, appartenevano ad una certa dottoressa di nome Jessica Striker.
    Da questi risultati Dario ragionò ad alta voce formulando un potesi.
    – El segnor Jhon Palok si è trovato in una discussione con la doctora jessica, si vede che la chica sapeva dell’ulcera di Palo e gli ha tirato la cornice contro l’ulcera, provocandogli una emorragia interna, facendolo morire.
    -Basterà andare a trovare la dottoressa.
    Disse un poliziotto.
    Dario andò dalla dottoressa, prima di entrare nello studio disse a tutte le pattuglie del distretto di polizia di circondare l’edificio.
    Dario entrò dentro, c’era una signora all’ingresso che prendeva gli appuntamenti della dottoressa.
    Vorrei parlare con la Doctora Jessica Triker!
    – Come scusi Doctora?
    – O me scusi l’accento espagnolo, volevo dire dottoressa.
    La signora accompagnò Dario all’ufficio della sospettata, aprì la porta e lo fece accomodare.
    – Lei segnorita è in arresto per l’omicidio di Jhon Palok e ora mi deve dire soprattutto il motivo dell’omicidio.
    Gridò Dario.
    La dottoressa fuggì dalla finestra peccato che fuori l’aspettava una pattuglia intera di poliziotti che la presero e la portarono in centrale.
    All’interrogatorio la dottoressa non aprì bocca, non aveva un alibi, quindi fu sbattuta dentro, senza ulteriori indugi.
    – Uh uh anche questo caso è stato risolto!!!!
    Esultò Dario felice.

  • ́ ́ ̄`··._.·αngу`·. ̧ ̧.· ́ ́ ̄`·· scrive:

    Ecco il mio primo racconto per l’estate.
    E’ l’avventura di Beatrice Mind una ragazza di diciotto anni che per l’estate và in un camp musicale estivo, dove incontrerà l’amore della sua vita e realizzerà il suo sogno di diventare famosa.
    Descrizione di Beatrice.
    Beatrice è una ragazza americana.
    Ama cantare e ballare, il suo difetto è che quando vuole qualcosa, insiste fino a che non la ottiene, questo succede soprattutto quando una persona la tiene sulle spine.
    Un aspetto positivo del suo carattere è che sa amare che quando conosce una persona cerca di scoprire anche il suo lato interiore e non solo quello esteriore.

    Descrizione luogo: Camp estivo Singing Summer.
    E’ un camp musicale sulla spiaggia, dove si tengono lezioni di canto, chitarra, ballo ecc..

    Il sogno.

    Sono emozionata.
    E’ la mia prima audizione per un vero camp!!
    <>
    Salgo sul palco ci sono una schiera di giudici davanti a me, comicia la base di California king bed
    Ma non faccio in tempo a finire la canzone che la musica si ferma e i giudici mi dicono che mi contatteranno prima, o poi .
    Torno a casa i miei genitori appena arrivo mi chiedono com’è andata io rispondo che era andata bene e che mi avrebbero contattata, ma non ero così sicura neanche di quello che dicevo.
    Il giorno dopo quando arrivai a scuola la mia migliore amica Natasha mi prese da una parte e mi chiese com’era andata, a lei non potevo mentire, quindi dissi.<>
    Natasha mi guardò io scoppiai a piangere.
    Prima di sapere il risultato del provino aspettai un inverno intero fino a che, non arrivò finalmente la lettera.
    La lettera diceva:
    Signorina Mind
    Lei è stata ammessa al camp di Los Angeles
    La aspettiamo lunedi 2O alle ore 8:OO
    Cordiali saluti.
    Non ci potevo credere, io Beatrice Mind sono stata ammessa al camp Singing summer, uno dei camp più prestigiosi di tutta l’America.
    I miei genitori erano proprio di fianco a me quando lessi la lettera mi abbracciarono così forte da quasi stritolarmi.
    Mi precipitai a casa di Natasha che anche lei appena saputa la notizia mi stritolò con uno dei suoi abbracci amorevoli.
    Insieme tornammo a casa mia e cominciammo a preparare la valigia per il 2O a cui mancava solo una settimana dato che era il 13 giugno.
    Facemmo una lista.
    Mettemmo tutto dentro la valigia e poi insieme a Natasha,cominciai ad immaginare come sarebbe stata questa estate al camp.
    Pensai a com’era la gente se fosse ricca vestita elegante o normale che va in giro in cannottiera e pantaloncini e un paio di nike.
    Pensai a come saranno gli insegnanti di musica, se ci saranno persone insopportabili, ma soprattutto se ci saranno ragazzi carini.
    Passai tutta la notte insieme a Natasha a fantasticare.
    Finalmente dopo una settimana intera arrivò il gran giorno.
    Appena arrivata, notai subito una limosin parcheggiata, da cui uscì una ragazza bionda con capelli lunghissimi, alta e con un paio di occhiali da sole.
    Salutava tutti e non si vergognava di niente, si credeva di essere una persona importante.
    Ci fermammo tutti in fila davanti ad un tavolo, dove una signora consegnava la lista delle ore di lezione di musica e il numero della camera.
    Quando toccò a me mi chiesero che cosa volevo fare durante questa estate, io risposi che avrei voluto fare lezione di canto e di ballo.
    Loro mi diedero l’orario delle lezioni poi il numero della stanza la camera 2O, sperando che non cel’abbia anche anche quella vanitosa di prima.
    Però dato che non sono una ragazza molto fortunata appena entrai trovai lei, Clariss così si chiamava da quanto avevo capito, stava parlando della sua gita in Italia con le sue amiche e di quando fosse stato divertente flertare con i ragazzi italiani.
    Finalmente si accorse che ero entrata e mi disse:
    – Hei! Ciao sei nuova non ti ho mai visto in questo camp
    Io allora un po’ timida le dissi.
    – Si sono nuova mi chiamo Beatrice Mind.
    Stranamente mi abbracciò e mi presentò al suo quartetto di amiche, Sara,Mia, Tania e Nicole.
    Mi diede il mio letto e se ne andò insieme al suo gruppetto.
    Mi piaceva la mia camere ma quello che mi piaceva di più era il mio letto esattamente davanti alla finestra da dove si vedeva un magnifico mare.
    Misi a posto le mie cose ed uscii pure io per fare un giro del posto.
    Incontrai una ragazza di nome Giulia, anche lei cantante e ballerina, che mi diede dei consigli sulle persone del camp a cominciare da Clariss.
    Mi disse che era la figlia di Clark Tomson uno dei conduttori televisivi di tutta l’America, ma anche che in realtà non è quello che sembra, anzi a quanto pare Clariss è una ragazza molto simpatica, da quanto mi ha riferito Giulia.
    Tornai nella mia camera e Trovai lei, Clariss in un lago di pianto.
    Le andai vicino e le chiesi:
    – Tutto bene? come mai piangi.
    Mi faceva molto pena vederla così anche se la conoscevo appena.
    Non mi rispose continuò a piangere, ignorandomi totalmente, non mi importava di quello che aveva appena fatto la presi per una spalla e iniziai un discorso serio ma anche corto:
    -Senti, io non ti conosco e tu non conosci me, ma se continui ad ignorarmi facendo la smorfiosa non risolvi niente, io voglio essere tua amica mi hanno parlato bene di te e ora che voglio provare ad esserti amica tu mi respingi? Dimmi cos’hai non tenermi sulle spine potrei anche aiutarti.
    Mi guardava male però poi si rese conto che avevo ragione e mi disse il motivo delle sue lacrime. Suo padre, essendo molto famoso non la potrà venire a vedere al saggio che si terrà a fine estate, a cui lei teneva molto perchè gli avrebbe dimostrato la sua bravura e l’interesse per la musica.
    Rimasi di sasso, Giulia aveva proprio ragione Clariss non è quell’arpia che credevo. Passammo tutto il giorno insieme a chiacchierare e a raccontarci l’una i segreti dell’altra era diventata una seconda migliore amica, fino a che al camp non arrivò un nuovo ragazzo di nome Damen.
    La prima volta che lo vidi eravamo in mensa, lui seduto proprio all’ultimo tavolo e noi proprio davanti al suo, ho chiesto a Clariss se potevamo avvicinarci per conoscerlo perchè mi faceva pena vederlo lì da solo, lei non voleva avvicinarsi, feci io il primo passo, gli andai vicino piano piano con il mio vassoio e cominciai ad aprire una conversazione.
    – Ciao, Io sono Beatrice e tu? Mi sentivo un po’ in imbarazzo, non potevo fargli domanda più stupida, però lui mi guardò mi fece un sorriso e mi disse: Damen, Piacere.
    Incominciammo a chiacchierare e intanto mi distraevo da quella sua pettinatura riccia che mi piaceva tanto e da quel suo sorriso brillantissimo ma soprattutto dal suo umorismo.
    Finito il pranzo dissi a Clariss che rimanevo tutto il tempo con Damen, perchè mi aveva promesso di insegnarmi a suonare la chitarra, l’appuntamento era tra una mezzoretta circa sulla spiaggia.
    Tornai nella mia camera per prepararmi.
    -Giulia!!! Cosa stai facendo??
    Giulia proprio lei la ragazza che mi aveva aiutato tutto il tempo al camp stava frugando tra la mia roba.
    – Niente, stavo solo….
    -Giulia su avanti sputa il rospo cosa c’è??
    Non mi rispose ad un certo punto però la vidi prendere fiato e continuare a parlare.
    – Ok, d’accordo sono venuta perchè volevo trovare qualcosa di compromettente su di te, perchè è da quando hai conosciuta Clariss che per te non sono più nulla, e questo non mi sta bene.
    La guardai e nella mia mente pensai a quanto ero stata sciocca.
    -Giulia, mi dispiace davvero tanto scusami, senti adesso sto andando sulla spiaggia con Damen poi però la serata la passiamo insieme ok??
    La abbracciai forte forte, mi misi qualcosa al volo e corsi da Damen che stava lì seduto sulla sabbia ad aspettarmi accordando la sua chitarra.
    -Ciao Damen allora pronto??
    Era tutto rannicchiato a sè poi in un lampo mi attaccò con un gavettone e cominciammo a bagnarci, non me lo aspettavo, però è stato divertintissimo.
    alla fine ci siamo seduti sulla sabbia si era fatta ormai sera, ci guardammo e mi resi conto che avevo voglia di conoscerlo meglio.
    Dopo esserci raccontanti delle cose su di noi ci salutammo e andammo ognuno verso la propria camera. Quella notte non riuscii ad addormentarmi perchè continuavo a pensare a lui.
    La mattina seguente mi sveglia e vidi che Clariss si era già alzata.
    Dopo aver fatto colazione andai da Giulia e in quel preciso istante mi resi conto che mi ero dimenticata di passare la serata precedente insieme a lei,così arrivata davanti per chiederle scusa lei mi guardò e senza neanche salutarmi si girò e andò verso la spiaggia dove c’erano altre ragazze.
    Io la inseguii ma lei non mi diede retta e così ci rinunciai e rimandai tutto al giorno dopo sperando che l’arrabbiatura le fosse un po’ passata.
    Arrivata davanti al bar del camp incontrai Damen che si incamminò subito verso di me.
    – Ciao Damen! Come stai?!
    E lui -” Ciiao! Tutto bene tu?!”
    -“Tutto bene grazie, Che ne dici di andare a vedere le prove che stanno preparando per lo spettacolo di fine estate?!
    Mi chiese
    Senza nemmeno pensarci accettai, volevo passare tutto il tempo con lui, mi sentivo importante al suo fianco.
    Durante il tragitto raccontai a Damen quello che era successo con Giulia; non sapevo perchè continuavo a raccontargli le mie cose ma credo perchè mi fidavo di lui.
    Arrivati davanti al teatro mi venne incontro Clariss e dopo aver dato un sguardo a Damen mi prese e mi portò davanti ai camerini.
    – Che ne dici di questo vestito per la recita?!
    mi chiese
    – lo trovo molto carino!
    Dopo averlo indossato mi si avvicinò e mi chiese nell’orecchio chi era quel ragazzo che mi aveva accompagnato, io le risposi dicendole che era soltanto una amico che avevo conosciuto il giorno prima.
    Dopo essersene andata mi incamminai verso Damen e cominciammo a parlare.
    In quel momento vidi che Giulia mi stava fissando ma quando lei si rese conto che l’avevo vista si girò di scatto e se ne andò con le altre ragazze della spiaggia confabulando qualcosa.
    Era il 23 giugno. Quel giorno credo che non me lo dimenticherò mai.
    Tutto cominciò quando, andando verso Giulia per cercare di fare pace, lei mi disse che aveva visto che Damen e Clariss si erano baciati.
    Fu così che mi venne un vuoto nel cuore.
    Mentre all’inizio dubitavo dell’accaduto, Giulia mi convinse dicendomi:
    – Sai quando ieri te ne sei andata dal teatro?! Appena dopo aver parlato con Damen?! Ecco,lì, appena ti sei allontanata Clariss gli si è avvicinata e gli ha chiesto se si volevano conoscere meglio,e mentre parlavano si sono diressi verso la spiaggia. In un colpo ho visto che si stavano baciando appassionatamente”.
    Stavo per mettermi a piangere davanti a lei ma poi mi resi conto che non era il caso di piangere davanti ad altra gente, così “mi rifugiai” nella pineta dietro la mia stanza e mi misi a ripensare a quei momenti passati con Damen;le chiacchierate,gli scherzi,le risate.
    Mi resi conto che in un colpo avevo perso un ragazzo di cui mi ero presa una cotta.
    Arrivato il pomeriggio andai nel bungalow dove c’era il mio corso di canto.
    Dopo aver fatto un po’ di solfeggi per riscaldare un po’ la voce l’insegnante estrasse 4 persone, tra cui io, che dovevano cantare un pezzo di una canzone a loro scelta.
    La prima che cominciò a scegliere la canzone fu Francesca,una ragazza molto timida con i capelli rossi e gli occhi marroni,la seconda fu Marpessa ,una ragazza molto sveglia, e poi toccò il mio turno.
    Come canzone scelsi la stessa canzone che mi aveva portato tanta fortuna da farmi arrivare lì: California king bed .
    Alla fine della lezione l’insegnate mi prese da parte e mi chiese che cosa avessi, dato che durante la lezione non mi aveva visto molto attiva come al solito.
    E fu così che per sfogarmi con qualcuno gli raccontai tutto quello che era successo.
    Passarono 2 giorni e mancavano solo 2 giorni alla fine del Camp.
    Durante il pranzo Damen, mi venne di fianco e mi disse che cosa mi prendeva, lo fissai allibita.
    – Davvero, non lo sai?? Mi stai prendendo in giro !!
    -No davvero cos’hai? non ci stiamo parlando dal 23 giugno dopo lo spettacolo a teatro.
    Lo fissai un istante poi mi presi forza e trattenendo le lacrime gli dissi:” Giulia mi ha detto che appena me ne sono andata tu e Clariss vi siete baciati, è per questo che non ti parlo più.
    Mi fissava sempre più dubbioso e anche stupito.
    – Cosa! Io e Clariss ci siamo baciati? Non lo sapevo neanche io pensa.
    Ma secondo te io vado a baciarmi con le prime che capitano? Non sono così e se non lo hai capito dopo tutto quello che ci siamo detti, non so se siamo davvero buoni amici.
    Ci rimasi malissimo, non potevo credere a quello che avevo sentito.
    – Vuoi dirmi che tu e Clariss non vi siete baciati? E allora Giulia perchè mi ha detto una bugia?
    Lasciai Damen sul tavolo, corsi al bungalow dove Giulia stava facendo lezione di chitarra, aprii la porta la presi per un braccio e la portai fuori.
    – Ma cosa ti è preso si può sapere? Perchè mi hai detto una bugia, poi per farmi soffrire.
    – Ma di che cosa parli?
    – Lo sai benissimo non fare anche te la fintatonta, Damen e Clariss non si sono baciati veramente, mi hai detto una bugia e adesso voglio sapere il motivo di tutto ciò.
    Mi guardò prese fiato e poi finalmente aprì la bocca e non per farle prendere aria.
    – D’accordo, sono gelosa di te e Damen e dato che mi piace molto volevo allontanavi.
    – Fai veramente ridere, davvero sarò esagerata, ma fare tutta questa scenata per una cotta non ne vale la pena perchè adesso io e Damen abbiamo litigato.
    Spruzzavo rabbia da tutti i pori, non ce la facevo più, volevo tirarle un cazzotto che l’avrebbe fatta volare in cielo, ma tratteni la pazienza fino a che, non entrò nella conversazione anche Clariss, dicendo che lei in tutta questa storia non c’entrava e che il ragazzo che stava baciando non era Damen ma Zick, un ragazzo che aveva conosciuto a lezione di ballo.
    Diedi uno schiaffo a Giulia e corsi da Damen sperando che non sia troppo tardi.
    Era sulla spiaggia, a strimpellare la sua chitarra.
    – Damen, volevo chiederti scusa, di tutto, lo so che forse non mi vorrai più parlare ma, io non sapevo cosa fare, ero gelosa, perchè tu mi piaci davvero molto e non volevo perderti.
    Damen si girò e con i suoi occhi azzurri mare, mi guardava felice e mi fece uno di quei suoi sorrisi, che solo lui sa fare, mi dava sicurezza e anche protezione, ma non sapevo il motivo.
    Ci avvicinammo mano a mano l’uno all’altro, fino a che le nostre labbra non si toccarono,
    sentivo dei brividi attraversarmi tutto il corpo era il mio primo bacio, ma non credo che i risultati possano essere uguali con tutti, sapevo che lui era quello giusto.
    Arrivò finalmente il gran giorno.
    Il saggio definitivo del camp, ero agitatissima, c’erano i miei genitori la mia migliore amica e anche dei discografici, da quanto mi aveva detto Clariss.
    Io dovevo cantare California King Bed, che mi ha portato tanta fortuna anche all’audizione.
    ero l’ultima nella scaletta e subito prima di me c’era Damen che avrebbe fatto una canzone alla chitarra.
    Quando toccò a lui disse:
    – Questa canzone è dedicata ad una ragazza davvero speciale, che mi ha dato una vacanza stupenda e la voglia di amare.
    Cominciò a suonare, io stavo lì ferma con gli occhi chiusi ad ascoltare quella melodia assolutamente stupenda e rilassante.
    Finita l’esibizione toccò a me, all’inizio non ero molto sicura di potercela fare poi però ci presi la mano e incominciai a percepire anche un senso di soddisfazione, perchè se andrò bene riuscirò ad avere un contratto discografico e realizzerei il mio sogno.
    Finì la canzone, uscita dalle quinte incontrai Giulia che mi fece i complimenti e mi chiese scusa di tutto quello che mi aveva fatto.
    Ero così felice che accettai le sue scuse, corsi da Damen che mi stava aspettando fuori dal cancello del camp.
    Ma prima Clariss mi fermò e tutta felice mi presentò suo padre che, per fortuna era venuto al saggio finale.
    Finito il momento di felicità con Clariss, riprovai a correre da Damen, sta volta raggiungendolo.
    Lo abbracciai e poi gli feci i complimenti per la canzone.
    – Ragazzi, si proprio voi!!
    Ci disse un signore correndo verso di noi.
    – Non mi guardate con quella faccia, sono un discografico, della compagnia Cest of mind e , volevo chiedervi se volevate accettare un contratto discografico per un anno con la mia compagnia.
    Lo guardammo stupefatti, io non ci potevo credere e neanche Damen, stringemmo la mano al sognore e corremmo a dirlo ai nostri parenti.
    Tra una settimana avremmo cominciato le prove per il disco, io di canto e lui di chitarra.
    Passò ben un anno, io e Damen eravamo diventati famosissimi in tutta l’America ed Europa, ovviamente continuammo ad essere insieme, più che mai, lo sapevo che era quello giusto e, non nè ho mai dubitato.

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