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Dalla parte dei Troiani

Qui di seguito riportiamo alcune frasi pronunciate o che riguardano alcuni eroi ed eroine dell’Iliade e dell’Odissea che abbiamo scelto per rappresentarci.

DALLA PARTE DEI TROIANIettore-e-andromaca

PRIAMO “Immensa è la mia sventura: cinquanta figli avevo per difendere la mia terra, e la guerra me li ha portati via quasi tutti. Non mi era rimasto che Ettore e tu l’hai ucciso sotto le mura…”

 PARIDE  “Scagliai la mia lunga lancia. Allora Menelao sollevò a sua volta la lancia e la scagliò con forza. Centrò in pieno lo scudo e la punta mortale lo quarciò, colpendomi di striscio al fianco.Mi afferrò per lo splendido elmo e cominciò a trascinarmi via..”

 ETTORE “Avrei molta vergogna dei Troiani e delle Troiane se restassi come un vile lontano dalla guerra. Né l’anima mia lo vuole: ho imparato aessere sempre coraggioso e a battermi nelle prime fila dei troiani con grande gloria per mio padre e per me”.

 ANDROMACA “Tu, ettore, sei per me, padre, madre, fratello, giovane sposo. Abbi pietà di me: resta qui sulla torre: non fare di tuo figlio un orfano e di me una vedova. Ferma l’esercito vicino al fico selvatico: di là è facile attaccare Troia scalando il muro.

 ELENA “Si dice che abbiano cessato la guerra, e che Paride e Menelao combatteranno per te: tu sarai il premio del vincitore”.

 

Dalla parte degli Achei

guerratroiaQui di seguito riportiamo alcune frasi pronunciate o che riguardano alcuni eroi ed eroine dell’Iliade e dell’Odissea che abbiamo scelto per rappresentarci.

DALLA PARTE DEGLI ACHEI

ACHILLE “Ettore dannato, non mi parlare di patti. Non esistono accordi fedeli tra uomini e leoni e lupi: la discordia è tra loro per sempre. Così anche fra me e te non potrà mai esserci amicizia, non voi saranno patti prima che l’uno o l’altro muoia…”

 ACHILLE 2  “Tu, avido, quale degli Achei sarà pronto a obbedirti? Non sono venuto qui a combattere per i troiani, a me non hanno fatto nulla. Te abbiamo seguito. Faccia di cane, cuore di cervo, uomo vigliacco. Io giuro che arriverà il giorno in cui tutti gli Achei mi rimpiangeranno”.

 AGAMENNONE “Non mi incanti Achille. Tu vuoi tenerti il tuo bottino e lasciarmi senza niente. No, io restituirò quella fanciulla e poi verrò a prendermi quello che mi piacerà; lo prenderò a Ulisse e magari lo prenderò a te”.

 AGAMENNONE 2 “Achei riprendete il coraggio e la forza. Zeus non aiuta i traditori e quelli che avete visto violare i patti finiranno divorati dagli avvoltoi, mentre noi porteremo via sulle navi le loro spose e i loro figli dopo averne conquistato la città”.

 AGAMENNONE 3 “Menelao, sono tuo fratello e ti prego: “ Non fare questa pazzia. Non duellare con un uomo che è più forte di te. Perfino Achille ha paura a scontrarsi con Ettore, e lo vuoi fare tu? Fermati, lascia che mandiamo qualcuno altro.”

 MENELAO  “Allora Achei, cosa siete, delle donnicciole? Non pensate alla vergogna se nessuno di noi accetterà la sfida (di Ettore)? Andate in malora, uomini privi di coraggio e di gloria, combatterò io, per voi, e gli dei decideranno a chi andrà la vittoria”.

 PATROCLO “E Patroclo si slanciò sui Troiani meditando rovina, si slanciò per tre volte simile ad Ares ardente, paurosamente gridando: tre volte ammazzò nove uomini. Ma quando alla quarta balzò che un nume pareva allora Patroclo comparve la fine della tua vita”.

 NESTORE “Quella guerra la vincemmo con l’inganno, non con la lotta a viso aperto, leale, cavalleresca. E questo a loro, ai giovani, non piacque mai. Ma io ero vecchio. Ulisse era vecchio. Noi sapevamo che vecchia era la lunga guerra che stavamo combattendo, e che in un giorno l’avrebbe vinta chi sarebbe stato capace di combatterla in un modo nuovo”.

ULISSE “Stavo seduto su uno scoglio dell’isola di Ogigia e scrutavo l’orizzonte, riparandomi dal sole con la mano destra. Ero triste. I miei occhi erano velati di lacrime. Pensavo a mia moglie Penelope, così timida e riservata. Pensavo a mio figlio Telemaco che praticamente non avevo mai conosciuto”.

 ULISSE 2  “Ciclope, tu chiedi il mio nome famoso e io lo dirò. Ma tu dammi, come hai promesso, il dono degli ospiti. Il mio nome è Nessuno, e Nessuno mi chiama mia madre e mio padre, e così mi chiamano i compagni”.

 ULISSE 3 “Chi ha spostato il mio letto? Un immortale potrebbe facilmente riuscirci. Ma un uomo no! Nessuno pur nel pieno delle forze potrebbe smuoverlo. Quel letto da me fabbricato custodisce un segreto che solo io conosco”.

 PENELOPE 1 + 2  “Non sono una donna superba, sciagurato! Né ti disprezzo. Ricordo bene il tuo aspetto nel giorno in cui con le navi abbandonasti Itaca! Euriclea, prepara un letto fuori dalla stanza, lo stesso che egli fabbricò con le proprie mani. (2) Portatelo qui, quel letto…”

La pomata svanillina

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 TESTO N.5 (16 maggio)

Quel sabato in particolare, Peter si era messo a raspare in fondo al cassetto. Era a caccia di un gancio ma sapeva bene di avere poche speranze. La mano gli si chiuse intorno a una piccola molla sporca di grasso che era appartenuta a un paio di forbici da giardinaggio. La lasciò andare. (…) Che razza di famiglia, pensò Peter ficcando la mano proprio in fondo al cassetto. Perché non possiamo essere anche noi come gli altri, con le pile dove servono, i giocattoli che funzionano, i puzzle e i  mazzi di carte completi e tutto il resto rimesso a posto dopo l’uso? La mano incontrò qualcosa di freddo e liscio. (…) Sull’ etichetta di carta era scritto “Pomata Svanillina”

McEwan, L’inventore di sogni

“Il libro selvaggio”…

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TESTO N. 3 (20 Aprile 2016)

Dialogo tra lo zio Tito e Juan nella biblioteca di casa.

“Ci sono due modi  perché un libro arrivi fino a te: quello normale e quello segreto. Quello normale è che te lo compri, te lo prestano o te lo regalano. Quello segreto è molto più importante: in questo caso è il libro che sceglie il suo lettore. A volte i due modi si confondono. Credi di essere tu ad aver deciso di comprare un libro, ma in realtà è lui che si è messo lì perché lo vedessi e te ne sentissi attratto. I libri non vogliono essere letti da chiunque, vogliono essere letti dalle persone migliori, per questo si cercano da soli i lettori. Andiamo a prendere un po’ d’aria fresca”

  1. Villoro, Il libro selvaggio, pag 42

Sono “normale”: “Wonder”

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TESTO N.2 (4 aprile)

Normale

So di non essere un normale ragazzino di dieci anni. Sì, insomma, faccio cose normali, naturalmente. Mangio il gelato. Vado in bicicletta. Gioco a palla. Ho l’Xbox. E cose come queste fanno di me una persona normale. Suppongo. E io mi sento normale. Voglio dire dentro.

Ma so anche che i ragazzini normali non fanno scappare via gli altri ragazzini normali fra urla e strepiti ai giardini. E so che la gente non li fissa a bocca aperta ovunque vadano.

(…) Sono arrivato a questa conclusione: l’unica ragione per cui non sono normale è perché nessuno mi considera normale.

  1. Palacio, Wonder

Proemio dell’Iliade

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TESTO N.1

 Cantami, o Diva, del Pelìde Achille
l’ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco
generose travolse alme d’eroi
e di cani e d’augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l’alto consiglio s’adempìa), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de’ prodi Atrìde e il divo Achille.

 

Iliade, Proemio, trad.Vincenzo Monti