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Teseo e il Minotauro

Durante in quattro giorni passati a Cenci in gita abbiamo ascoltato la storia di Teseo e del Minotauro. Lì l’abbiamo ascoltata davanti al fuoco o al termine di una camminata, giunti sulla cima del monte. Qui Testo Teseo e il Minotauro potete trovare una versione scritta. teseo e minotauro

Qui potete riascoltarla, raccontata certo in modo diverso, ma pur sempre lei. Il mito è narrato da Nathaniel Hawthorne; la voce è di Silvia Cecchini. Inserisco solo alcune parti, ma la narrazione completa è disponibile su Youtube.

Parte prima: Teseo bambino, una volta cresciuto e diventato forte va in cerca del padre Egeo ad Atene.

Parte terza: dopo essere sfuggito al tentativo di Medea di uccidere Teseo, Egeo racconta al figlio del triste sacrificio che ogni anno si compie per saziare il terribile Minotauro.

Parte quarta: Teseo parte insieme ai giovani che dovranno essere sacrificati…e arriva a Creta.

Parte sesta: dopo essere stato liberato da Arianna, figlia del re Minosse, Teseo si addentra nel labirinto per affrontare il Minotauro. Il duello sarà mortale per il mostro con il corpo di uomo e il volto di toro.

Lo spaventapasseri

Mercoledì siamo andati a vedere il film “Lo spaventapasseri” (“Scarecrow”) di Zig M. Dulay, regista delle Filippine. Il film è inserito nel programma del Festival del Cinema Africano, Asia e America Latina.Bambanti_Scarecrow_08

Ripensando al film, rispondete qui o sul quaderno alle seguenti domande.

  1. Per quale ragione, secondo voi, il regista ha scelto di intitolare il film “Lo spaventapasseri”?
  2. Quale scena vi è piaciuta di più e perché?
  3. Quali sono, secondo voi, i temi principali che vengono trattati in questo film? Rispondete, spiegando da quali scene o da quali elementi lo capite.
  4. Quale è il personaggio che vi è piaciuto di più e perchè? E quello che vi è piaciuto di meno?
  5. Vi è mai capitato di trovarvi in una situazione simile a quella di Poy? Raccontate che cosa è successo, come vi siete sentiti, se c’era qualcuno che vi ha aiutato, come è finita, ecc.
  6. Immaginate di suggerire a un vostro amico di vedere questo film. Che cosa gli direste o che cosa gli scrivereste? Scrivete o registrate un audio usando il pc o il vostro cellulare.

“Una noia mortale”

noia-11Dal quaderno di scrittura creativa in corsivo ecco il testo di Martina.

Sono in viaggio verso Pisa e mi sto annoiando mortalmente, tanto che sto scrivendo sul mio quadernino cosa che non faccio mai.

Nessuno mi diverte, papà continua a raccontare aneddoti noiosissimi sulla scienza e la mamma si sta facendo la manicure e nessuno può permettersi di disturbarla.

Poi mi hanno requisito il cellulare e non posso chattare con i miei amici o ascoltare la musica, inoltre siamo bloccati da tre ore nel traffico e non si sente altro che lo strombazzare dei clacson e i macchinisti gridare.

Io sono nel sedile posteriore, schiacciata tra i bagagli e non ho la possibilità di muovermi.

Sto proprio passando una situazione di noia mortale.

 

La civiltà degli alberi -Alice

Ecco qui i testo di Alice scritto dopo aver lavorato sulla “civiltà degli alberi”. La sua attenzione è andata al pino, al ciliegio e al pesco.pesco

LA CIVILTÀ DEGLI ALBERI
Per scoprire la “civiltà degli alberi” del mio quartiere ho cominciato con il chiedere alla mamma quali alberi ci sono nel quartiere.
La mamma mi ha risposto che nel quartiere ci sono i ciliegi, peschi e i pini.
Per trovare le caratteristiche degli alberi ho cercato su internet e ho trovato le caratteristiche del ciliegio che sono i fiori bianchi con cinque petali bianchi.
Ho scoperto che il tronco del ciliegio lo usano per fare i mobili per la casa e per fare il parquet.
L’albero di ciliegio rappresenta buon auspicio, pace interiore e ricchezza.
Poi ho trovato le caratteristiche del pesco e sono i rami rossastri che con il tempo diventano più scuri.
Le foglie che sono lunghe e verdi e verdi chiaro.
L’albero del pesco rappresenta bellezza e purezza.
Per finire ho cercato le caratteristica del pino che ha la chioma a forma di ombrello e che produce le pigne.
Il pino rappresenta l’immortalità e l’eternità.
Nel mio quartiere questi alberi li usiamo per bellezza e ombra.
Gli alberi del mio quartiere mi piacciono molto; soprattutto l’albero di pesche e il ciliegio perché producono i miei frutti preferiti.
Alice V.

Scritti in corsivo: Camilla

Da febbraio abbiamo istituito un quaderno di scrittura creativa. Si scrive in corsivo, prestando attenzione il più possibile alla grafia, e si scrive per circa 10 minuti. Il soggetto è scelto dalla proff o dagli studenti, cercando sempre qualcosa su cui tutti possano scrivere.
Ecco due testi di Camilla.

IL MIO INDUMENTO PREFERITO
i miei indumenticalzini preferiti sono i calzini perché loro ti accompagnano ogni giorno.
Io da piccola pensavo che i calzini non avessero un naso perché se no sarebbero svenuti da un paio di anni soprattutto nelle scarpe di mio papà.
Nel loro cassettone ne ho un mare di tutti i tipi e colori.

SONO UN DISASTRO

Un giorno mentre mia mamma stava cucinando una gigantesca frittata e desiderai di copiarla a fare quella cosa strana che si fa per girare la frittata .
Quindi quando lei andò in giardino per prendere del rosmarino da mettere nel pollo io ci provai ,la prima volta la frittata non si staccava dalla padella mentre la seconda volta mi sa che l’ho lanciata talmente forte da farla staccare dalla padella e farla cadere per terra.

Camilla

La creazione della Terra

Dopo aver lavorato sui miti, ne abbiamo scritti alcuni noi. Questo è quello di Davide.

All’inizio c’erano solo le acque del Caos sovrastate dal buio e dal silenzio. Otto creature, con la testa di rana i 01_Terramaschi e di serpente le femmine, nuotavano nelle acque del caos, prima della creazione. Le creature poi si fusero formando il grande uovo. Dopo un tempo lunghissimo, il guscio si ruppe ed apparve il Creatore, padre e madre di tutte le cose, fonte di vita, il dio Sole. Le due metà del guscio separano le acque del Caos ed il Creatore si sentiva molto solo e voleva abitare, con altri esseri il nuovo mondo. Così i pensieri del creatore divennero gli dei e tutte le altre cose del mondo e le sue parole diedero vita alla terra.

Davide

Il campeggio che fa paura!

Il campeggio che voglio descrivere e un campeggio di notte, una notte buia, ululati che rimbalzavano da qualunque parte…Intorno a un falò, tutti i campeggiatori si erano riuniti per avere una fonte di luce, l’ unica luce che illumina nell’oscurità. Per ammazzare il tempo, i campeggiatori si raccontano storie e leggende di quel campeggio, ma nessuno sa la verità…A un certo punto, un campeggiatore indiano dai capelli neri e con una divisa scarlatta con scarponi da montagna, narra una leggenda di un antico mostro dal corpo grande come una dozzina di uomini, le mani piccole come quelle di un bambino di tre anni, la testa grande come una scuola, con le braccia larghe come una quercia e vestito da pagliaccio. Si narra che dorma per tremila anni e che poi la fame lo risvegli e lo conduca a sfamarsi. Lo chiamano Jacob  il horror_430_2terribile. Quella sera si sentivano rumori misteriosi e si vedevano sagome barcollare nell’oscurità totale. Molti erano terrorizzati all’idea che fossero passati tremila anni dall’ultima volta che Jacob il terribile si era profondamente addormentato. I rumori che provenivano dalla vegetazione intorno erano i brusii dei grilli -krikri- e la profonda voce dei gufi -uh uh- oltre al cantare inquietante dei corvi che si nascondevano al pensiero del mostro.
Raccontando le storia di Jacob il terribile, il campeggiatore indiano, al solo pronunciare alla fine  della leggenda il nome del mostro tanto temuto, si paralizzò. La musica terrorizzante degli uccelli e gli altri versi degli animali si spensero d’un tratto tutti insieme, e le persone , a un certo punto tremando e guardandosi in torno sempre più impauriti, videro una sagoma nera, spaventosa, ripugnante a livelli massimi, dietro il narratore. I campeggiatori strillarono, se la diedero a gambe,  cercarono un posto sicuro per nascondersi.
Il mostro avanzava e avanzava; Jacob il terribile aveva l’aria impaziente di fare un po’ di confusione di qua e di là e voleva approfittare per farsi uno spuntino notturno. Tirava le persone dall’altra parte del bosco , con le manine buttava giù per la grande bocca qualcuno, intanto che si vuotava l’immenso prato.
Dopo un po’ Jacob il terribile fece uno sbadiglio così lungo e forte che a momenti si staccavano gli olmi sparsi nei dintorni. Barcollando di qua e di là, sparì nel buio della tenebrosa notte e solo dopo che le acque furono più o meno calme, ci si accorse che molte persone erano assenti. Da quella notte il campeggio venne chiuso per sempre per ulteriori indagini, ma niente e nessuno potrà togliere dalla mente di quei campeggiatori quello che era realmente accaduto. Il mostro però non venne più trovato e quando nemmeno ce lo aspetteremo, lui.. tornerà!

Carlotta

La cucina: un luogo dove mi piace stare

Traditional moroccan sweets on sale at Marrakesh market
Traditional moroccan sweets on sale at Marrakesh market

La cucina è una parte della casa dove possiamo mangiare e

preparare i pasti. Spesso  insieme a mia madre preparo dolci tipici del Marocco e da pochi giorni ho imparato a impastare il pane arabo. E’ anche uno spazio dove fare esperimenti di cucina. Un luogo dove riunirsi con tutta la famiglia, soprattutto la sera, per parlare e raccontare i fatti della propria giornata.

La mia cucina è grande, c’è un tavolo con 5 sedie, un forno, un frigorifero, il lavandino e dispense con all’interno gli oggetti utili per cucinare. C’è anche un armadio dove riponiamo la spesa. E’ un luogo per me caldo e accogliente, dove passo gran parte del mio tempo. La cucina può servire anche per altre attività, come ad esempio svolgere i compiti, giocare, ecc.

La cucina è un luogo importante per tutta la famiglia, ma sopratutto per le donne perché è dove passano la maggior parte del tempo.

Ibtissam

Una città senza regole

Una città senza regole, testo inventato dopo aver letto “Allegropoli”, tratto da “Le regole raccontate ai bambini” b136-le-regole-raccontate-ai-bambinidi G. Colombo.

Ciao, mi chiamo Marcio Beneducatelli e vivo ad Allegropoli, i miei amici più cari sono il signor Menefreghini che è l’ unico maleducato tra le persone che frequento, la signorina Gentinelli e la maggior parte dei beneducati della maleducata città.
Vivo in una grande e spaziosa casa e, come dice anche il mio cognome, sono uno dei cittadini beneducati. Tempo fa mentre il signor Menefreghini passeggiava in piazza Cacca di Cane ormai piena di escrementi canini mi era venuta un idea: quella di diventare sindaco al posto del signor Pigroncelli.
Il mese dopo ci furono infatti le elezioni ma, poiché feci capire di essere un beneducato, non venni eletto, infatti in pochissimi votavano un beneducato visto che quasi tutti erano maleducati.
Al posto mio venne eletta la signora Sindacomadelli che per fortuna non era maleducata o pigra anche se non era di certo beneducata come me.
Passarono così quattro anni e io non sopportavo più di vivere nella città di Allegropoli, fui allora costretto a scegliere se andarmene da lì e provare a vivere nella vicina città di Begolapolio mentire a tutti per farmi eleggere sindaco.
Chiesi aiuto alla signora Gentinelli che subito mi rispose di mentire e mi disse anche che mi avrebbe sostenuto.
L’ anno dopo alle elezioni provai allora a farmi eleggere con il seguente discorso:
“Mi sbagliavo enormemente a essere beneducato,
è molto meglio essere maleducati anzi maleducatissimi e pigri,
in fondo Allegropoli non ha bisogno di diritti, doveri o regole
e non ne ha mai avuto bisogno.
Se mi eleggerete sindaco non aspetterò un secondo per cambiare
nel peggio la città!!!”
Grazie a questo discorso venni eletto subito sindaco e per prima cosa licenziai i poliziotti della città ed eliminai le poche leggi rimaste facendo andare tutto nel caos per i miei cinque anni da sindaco.
Visto che Allegropoli non era mai stata così “allegra” io venni rieletto sindaco.
Per il primo anno lasciai tutto così com’ era ma poi rimisi d’ improvviso tutte le leggi, assunsi molte persone beneducate e sveglie come poliziotti, feci diventare Gentinelli, Regolarispettelli,Buonleggistellie Carlomeritelli operai.
Divisi in fine in due la città da un grande, alto e lungo muro: da una parte i maleducati e dall’ altra i beneducati, quelli “di mezzo” erano insieme ai maleducati. Inoltre “spostai” le piazze, gli edifici pubblici e gli uffici dalla parte dei beneducati facendo poi pulire e ristrutturare tutto, lasciando invece nel altra parte tutto lo sporco e la maleducazione.
Dopo poco ci fu una grande protesta da parte dei maleducati guidata dal signor Menefreghini, io andai perciò li e dissi: “Per vivere come noi bisogna dimostrare di essere beneducati perciò vi do una possibilità: due volte al mese io verro da voi e ogni volta lo faro in un giorno diverso e in una zona diversa e se vedrò tutti comportarsi bene e tutto pulito e ben tenuto tra sei mesi toglierò il muro divisorio ma se per quattro volte vedo ancora la sporcizia e la maleducazione che fino ad ora c’ è stata potrete dire addio alle vostre possibilità.”
In quei sei mesi tutti i cittadini si impegnarono per pulire le strade, i parchi e le case e solo una volta vidi un minimo segno di maleducazione in una piccola via.
Così distrussi il muro, abbellii la città e sconfissi la maleducazione che da sempre regnava su Allegropoli!

Marco

Una favola: il leone

C’era una volta un leone che veniva considerato da tutti cattivo ed egoista.
A causa del suo istinto impulsivo, e anche perché non voleva fare del male a nessuno, il leone si richiuse in una caverna e non ne uscì più.
Tutti gli animali non osavano entrare nella caverna perché avevano paura che il leone li mangiasse.
Questo comportamento durò tre anni, e il leone ogni giorno che passava si sentiva ancora più triste.
Un giorno una giraffa coraggiosa e curiosa entrò nelle caverna del leone e li chiese: “Perché sei così cattivo ed egoista? ” Allora il leone rispose: “Io non sono cattivo ed egoista, anzi sono molto buono.”
La giraffa uscì dalla caverna molto di fretta per dire a tutti che il leone era buono.
All’inizio non le credette nessuno, ma con il passare dei giorni gli animali iniziarono ad entrare nella caverna e a parlare con il leone.
Dopo un mese il leone uscì dalla caverna e gli animali lo incoronarono re della savana.
Questa favola ci insegna che l’apparenza inganna.

Mariam