Abbiamo letto un brano tratto dal libro “La stella nel pugno” di R. Sharenow in cui viene raccontato come gli ebrei nella Germania di Hitler fossero esclusi anche dalle attività sportive e di come alle Olimpiadi di Berlino gli atleti non ariani non venissero riconosciuti per le loro capacità sportive, ignorati e disprezzati in nome della teoria delle razze.

calcio antirazzistaSi dice oggi che lo sport unisce e non divide – o almeno dovrebbe essere così.

E’ proprio vero che nello sport non c’è spazio per il razzismo? Cercate nella cronaca alcuni episodi di razzismo o di antirazzismo che sono accaduti in ambito sportivo. Raccontate nei commenti che cosa avete trovato.

Usate i siti dei quotidiani on line o i motori di ricerca come google, inserendo come parole chiave “sport e razzismo” o simili.

Intanto vi segnalo i mondiali antirazzisti. Potete scoprire di che cosa si tratta cliccando qui.

 

7 Commenti a “Episodi di razzismo nello sport”

  • Diego scrive:

    Queste sono alcune informazioni che ho trovato su libero.
    CI sono anche le olimpiadi.
    Lo sport è competizione leale e giocosa in cui chi vince stimola il vinto al miglioramento personale se si tratta di uno sport individuale (corsa, salto, lanci) oppure a un miglioramento di gioco di intesa se si tratta di un gioco di squadra. L’atteggiamento del vincitore che mortifica il vinto non appartiene allo sport. Gli atteggiamenti di rivalsa nel vinto o di superiorità nel vincitore originano contrasti, repulsioni, violenze perché si da allo sport un’importanza vitale che questo non ha. Lo sport non considera la razza o il sesso dei partecipanti ne esalta le uguali capacità dando a tutti indifferentemente pari opportunità di esprimersi nella competizione. E’ un veicolo importante di integrazione, di rispetto e di solidarietà fra gli uomini. Un esempio plateale delle aspettative che non possiamo avere dallo sport altrimenti degenera nelle forme più abiette e inumane è stato dal caso di Jesse Owens diciottenne del Missouri. Le Olimpiadi del 1936 si svolgono a Berlino. Adolf Hitler vuole che questo avvenimento diventi cassa di risonanza per propagandare la potenza della grande Germania e la superiorità della razza ariana ma un uomo nero rovina tutto: è Jesse Owens che dimostrandosi uomo più veloce del mondo vince quattro medaglie, e fu il primo che corse i cento metri piani in 11”4. Owens diventò un simbolo dell’antirazzismo: è la dimostrazione vivente della demenzialità di certe teorie. E’ vero invece che lo sport correttamente inteso può essere utile per avvicinare popoli in conflitto. Il disgelo tra gli USA e la Cina avvenne con l’organizzazione di un torneo di ping-pong (tennis da tavolo) tra le due rappresentative. Da quel l’insignificante avvenimento si ebbero le prime timide aperture fra i due stati. I campioni nello sport per altri versi assumono valore simbolico per l’intera popolazione che rappresentano. Ne è esempio Cathj Freeman, l’atleta australiana di origine aborigena che nelle olimpiadi di Sydney ha vinto l’oro olimpionico nei quattrocento metri, vedendo finalmente premiati, dopo un’infanzia non facile alle spalle, i suoi sforzi e l’orgoglio di un’intera popolazione.
    Chi non partecipa, ma è spettatore, a volte trasferisce le sue frustrazioni e la sua aggressività sui giocatori, oppure su altri spettatori sostenitori della squadra avversaria arrivando anche a violenze, ferimenti e quando sono organizzati (gli ultras) a veri e propri combattimenti. In questi casi il nero o il diverso è facile bersaglio e il razzismo che è sopito, ma mai vinto, si manifesta esplodendo nella sua forma peggiore.

  • Diego scrive:

    Sono andato a cercare e ci sono molti altri siti

  • Francesca scrive:

    La pallavolista nera che denuncia il silenzio sul razzismo nello sport italiano.
    Nenka Arinze è il capitano di Mesagne Volley, squadra di pallavolo che gioca nella Serie B femminile della provincia di Brindisi. Arinze è stata vittima di un pesante episodio di razzismo.
    Durante una partita contro la squadra di pallavolo di Montescaglioso ha subito ripetuti insulti, “Negra di m****” le cantavano un gruppo di ragazzi in curva: Arinze è romana di Roma, ma ha tratti somatici africani, essendo figlia di un nigeriano.
    L’aspetto fisico ha provocato un’ondata di insulti che poi la pallavolista ha denunciato pubblicamente.
    Il caso è diventato politico, e il presidente della Puglia Vendola, così come quello della Basilicata, Pittella, le hanno manifestato solidarietà.
    La vicenda però non si è chiusa con una sanzione della squadra di Montescaglioso o ai suoi tifosi, ma con un comunicato della Federazione italiana che archiviava il fatto.
    Siccome gli arbitri non avevano sentito nulla e non si potevano ricostruire gli insulti razziali dalle immagini registrate, non era possibile procedere.
    Una decisione che ha determinato la reazione festosa del Montescaglioso, che ha parlato di “giustizia è fatta”. Nneka Arinze esprime tutta la sua rabbia per quanto è stato deciso sul suo caso. “La Federazione fa finta di non vedere, ti fa passare per bugiarda e permette di fatto a quelli di insultarmi”.
    La giocatrice di pallavolo confessa a “La Repubblica” di esser “impazzita” per il comunicato del Montescaglioso, che parlava di vittoria per l’archiviazione del caso.
    Questo è il vero baco culturale, ridurre un tema così importante e universale – come appunto il razzismo – a un fatto sportivo, è una follia.
    Però è una spinta a non stare zitta: “quei ragazzini che mi chiamano negra sono lo specchio di una cultura violenta contro chi ha una pelle diversa dalla tua”.
    L’articolo di “La Repubblica” ricorda come il caso della Arinze non sia affatto isolato, perché nelle ultime settimane sono stati diversi gli episodi in cui atleti di colore hanno subito insulti razziali durante le loro competizioni sportive.
    Le sanzioni però sono arrivate, a differenza della vicenda che riguarda Nneka Arinze.

    [Fonte: http://www.gadlerner.it/la-pallavolista-nera-che-denuncia-il-silenzio-sul-razzismo-nello-sport-italiano.

  • Daniel Brigida scrive:

    Questo è quello che ho trovato so tre siti tra cui anche la fifa.
    Il grave problema del razzismo nel calcio non è un’esclusiva della Serie A italiana. I recenti episodi che hanno coinvolto Suarez del Liverpool e Terry del Chelsea hanno riportato l’attenzione su una piaga che anno dopo anno sembra tutt’altro che debellata. Panorama.it ha intervistato Mauro Valeri, sociologo che ha diretto l’Osservatorio nazionale sulla xenofobia dal 1992 al 1996 e che dal 2005 è responsabile dell’Osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio. E’ stato anche l’autore del libro “Che razza di tifo”, che analizza centinaia di casi di razzismo nel calcio italiano. Sono di questi giorni i dati sugli episodi relativi alla stagione 2011/2012 fin qui registrati: 28 casi di razzismo negli stadi italiani. Un numero alto che richiede una denuncia forte. Dalla responsabilità oggettiva dei club passando per la mano leggera delle istituzioni ecco una lente d’ingrandimento sul razzismo nel calcio della penisola.
    Gli episodi che hanno coinvolto il giocatore del Liverpool Suarez e quello del Chelsea Terry riportano l’attenzione sul tema del razzismo nel calcio. Lei è l’autore del libro “Che razza di tifo: dieci anni di razzismo nel calcio italiano” , ha analizzato più di 500 casi di razzismo da stadio ed è responsabile dell’Osservatorio su razzismo e antirazzismo nel calcio. Nonostante le iniziative volte alla tolleranza la discriminazione razziale resta un problema grave, da cosa nasce il razzismo?

  • Gloria scrive:

    Negli ultimi anni, in diverse nazioni del mondo si sono verificati episodi d’intolleranza e pregiudizi razziali che hanno contaminato anche lo sport. Esistono ancora oggi le rivalità fra nord e sud, fra tifosi di squadre avversarie ma della stessa città o squadre della stessa regione. Un tempo negli stadi era consuetudine che le tifoserie si affrontavano con cori, che inneggiavano alla propria squadra, si faceva burla degli avversari per l’attaccamento alla propria città. Alcuni calciatori di colore durante lo svolgimento del campionato nazionale italiano, sono stati aggrediti con frasi offensive e slogan razzisti. Questi episodi sono stati condannati dall’opinione pubblica e dalle autorità sportive, ed alcune società sono state multate per il comportamento razzista dei propri tifosi. Queste frange di tifosi devono essere sempre punite e isolate perchè i valori dello sport non devono essere contaminati da comportamenti incivili e scorretti. Negli ultimi mesi i calciatori più offesi sono stati Boateng e Balotelli giocatori del Milan durante lo svolgimento di due partite. La società a tal proposito ha preso provvedimenti, i giocatori durante il riscaldamento, prima della partita successiva sono entrati in campo con la maglia e nella quale era scritto: “AC MILAN CONTRO IL RAZZISMO”. Bisogna prendere esempio da questa società che si rivolta contro i cori razzisti. Sono convinta che i giocatori provano dispiacere quando vanno in campo per un evento sportivo e poi invece si trovano al centro di episodi di violenza.

  • Vittory01 scrive:

    L’Uefa ha annunciato di avere aperto un’inchiesta disciplinare sulle presunte frasi razziste del neopresidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio. L’inchiesta disciplinare riguarda la frase sui giocatori extracomunitari pronunciata lo scorso 25 luglio: “Optì Poba prima mangiava banane e ora è titolare alla Lazio”, aveva detto Tavecchio durante l’assemblea della Lega dilettanti, di cui era presidente. Parole che, secondo alcuni, erano indirizzate al centrocampista francese della Juventus, Paul Pogba, e che avevano subito suscitato una pioggia di polemiche, mettendo in discussione perfino la sua elezione a presidente della Federcalcio.
    Da parte sua, Carlo Tavecchio non sembra preoccupato dell’inchiesta: “Sono sereno e rispettoso della decisione della Uefa”, ha dichiarato, “del resto si tratta di un atto dovuto, quindi da noi stessi previsto e sono certo che potrò spiegare sia il mio errore che le mie vere intenzioni”.
    Per la sua frase, il presidente della Figc rischia da parte dell’Uefa una sanzione – in caso l’inchiesta aperta dalla confederazione europea porti a un decisione a suo sfavore – che va dalla semplice ammonizione fino all’inibizione. E’ quanto si desume dai nuovi regolamenti disciplinari Uefa che hanno previsto un articolo specifico per i casi di razzismo. L’inchiesta aperta per “presunte frasi razziste” avra’ comunque, a quanto trapela, tempi non lunghissimi. Per il momento, l’Uefa è solo all’inizio del procedimento. “Seguendo la richiesta di informazione del 28 luglio, Carlo Tavecchio è stato informato personalmente dall’ispettore capo della commissione di etica e disciplina dell’Uefa che una inchiesta disciplinare è stata aperta per presunti commenti razzisti da lui fatti durante la campagna per l’elezione alla presidenza della Figc”, comunica l’Uefa.
    L’ispettore preparerà quindi un rapporto. “Potrà chiedere spiegazioni complementari o anche prevedere audizioni. Sarà libero di procedere come meglio crede”, spiega l’ufficio stampa dell’Uefa. Una volta ultimato il rapporto, l’ispettore presenterà le proprie conclusioni alla commissione di controllo, etica e disciplina dell’Uefa che adotterà una decisione. L’Uefa non si sbilancia ufficialmente sulla durata del procedimento, ma secondo alcune indiscrezioni non dovrebbe essere molto lungo. Una decisione, ovviamente soggetta a ricorso, potrebbe essere presa nelle prossime settimane.
    L’articolo 14 delle norme disciplinari dell’Uefa prevede “una squalifica minima di 10 gare o per un periodo determinato di tempo o qualsiasi altra sanzione appropriata”. In quest’ultimo caso, la commissione può far riferimento alla lista di sanzioni generali previste all’articolo 6 per gli individui, che va dalla semplice ammonizione fino all’esclusione da ogni attività legata al calcio per un determinato periodo. Appare comunque più probabile, in caso di verdetto sfavorevole a Tavecchio, l’applicazione dell’articolo ad hoc.
    [link:
    http://sport.sky.it/sport/calcio_estero/2014/08/20/uefa_apre_inchiesta_frasi_razziste_tavecchio.htm

    Vitto <3

  • Fabrizio Boschetti scrive:

    Io ho trovto 3 episodi di razzismo:

    -la capitana della squadra femminile Mesangne Volley, serie B di pallavolo è stata vittima di una serie di pesanti insulti, cantati da un gruppo di ra gazzi in curva.

    -Dopo una serie di insulti da parte dei tifosi della squara avversaria durante la partita amicevole Milan-Pro Patria Boateng si rifiutò di continuare la partita.

    -un ragazzo di colore della squadra di calcio del Sant’Egidio commette un fallo,non così grave,su un giocatore diella suadra di casa, il ragazzo si rialza da terra e gli urla in faccia una serie di insulti.
    I ragazzi non ci stanno a vedere un loro compagno insultato in questo modo alloera reagirono facendosi espellere volontariamente cosi sospendendo la partita

    m

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