Il giardino dei giusti a Milano è stato realizzato sul Monte Stella, a qualche fermata di metropolitana dalla nostra scuola.

Il termine “giusti” deriva dal detto della bibbia che dice: “Chi salva una vita salva il mondo intero”. Questo giardino è stato costruito per dare un riconoscimento agli oppositori del nazismo, ma oggi vengono ricordati anche personaggi della storia più recente o dei giorni nostri che si sono opposti alle violenze e alle ingiustizie.

Venerdì 6 andremo al Giardino dei giusti.

Che cosa vi aspettate ? O se scrivete dopo il 6 raccontate come è andata e che cosa vi ha colpito di più.

Informatevi anche voi e scrivete qui sotto le vostre ricerche. 

Potete visitare il sito dedicato al Giardino dei giusti di Milano.

Diego

14 Commenti a “Il giardino dei giusti a Milano”

  • Francesca scrive:

    Dal 2003 sul pendio della Montagnetta sorge il Giardino dei Giusti, dove ogni albero piantato onora la memoria di chi si è impegnato a salvare vite umane da stermini e genocidi e a difendere i diritti della persona.
    Il Parco sorge su una collinetta artificiale formata dall’accumulo di macerie provocate dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale.
    Monte Stella è il suo nome ufficiale ma i milanesi la chiamano da sempre La Montagnetta di San Siro.
    (Fonte: http://www.milanodabere.it)

  • admin scrive:

    Grazie Diego e grazie Francesca per quanto scritto sul Giardino dei Giusti che andremo a visitare il 6 marzo.
    Diego ho aggiunto qualche parolina ma l’articolo andava abbastanza bene. Ricordati le maiuscole! Le ho corrette.

  • Vittory01 scrive:

    Ricerca Rocco Chinnici.

    Rocco Chinnici è nato il 19 gennaio 1925, a Misilmeri, Palermo. Rocco ha studiato presso il liceo classico “Umberto I”, a Palermo, ottenendo la maturità. Successivamente si iscrive alla facoltà di giurisprudenza, a Palermo, laureandosi il 10 luglio 1947. Mentre studiava all’università, per dare sostegno economico alla famiglia Rocco lavorava come Procuratore nell’Ufficio del Registro di Misilmeri, là incontra Agata Passalacqua che lavora presso una scuola media, che sarebbe presto diventata sua moglie.
    Chinnici entrò in magistratura nel 1952, avendo come prima destinazione il tribunale di Trapani come uditore giudiziario. Nel 1954 nasce la sua prima figlia, Caterina Chinnici. Più o meno in quel periodo nascevano gli altri suoi due figli: Elvira (gennaio 1959) e Giovanni (gennaio 1964).
    Viene trasferito a Partanna, dove rimane pretore per 12 anni. Il 9 aprile 1966 viene trasferito a Palermo e dopo poco viene assunto come giudice istruttore presso il tribunale di Palermo, all’Ottava Sezione dell’Ufficio Istruzione. Rocco Chinnici è chiamato lu Preturi da tutti , diventava , sempre più spesso, la persona alla quale rivolgersi per avere un aiuto o anche soltanto per sentirsi dire qualche parola di conforto. Condannava, quando c’era da condannare, sempre con umanità, sempre cercando anche di comprendere le ragioni dei comportamenti sbagliati per dare alla pena una portata soprattutto rieducativa, per capire dove e come agire affinché quei reati non si ripetessero. Nel 1970 gli viene assegnato il primo grande processo di mafia, quello per la “strage di viale Lazio”. Nel 1975 gli venne data la qualifica di magistrato di Corte d’Appello e nominato Consigliere Istruttore Aggiunto. Quattro anni dopo è incaricato Consigliere Istruttore e inizia a dirigere, da titolare, l’ufficio in cui opera da tredici anni. E’ in questo periodo che le istituzioni italiane cominciano a vacillare sotto i colpi di una mafia ormai diventata talmente potente e sfrontata da sfidare apertamente lo Stato. Chinnici capisce che se viene ucciso, vengono eliminate con lui anche le sue indagini, il che, per la mafia, sarebbe un vantaggio. Chinnici crea il “Pool antimafia”, per questo viene anche chiamato il padre del “pool antimafia”. Esso è composto da appena quattro persone tra cui Chinnici, Falcone e Borsellino. Partecipò anche al maxi-processo. Rocco fu il primo magistrato a parlare agli studenti di mafie e di droghe. E’ nel pieno di questa attività professionale, sociale e culturale che, il 29 luglio 1983 una Fiat 127 imbottita di esplosivo fu parcheggiata davanti alla sua casa in via Pipitone Federico, a Palermo e fu fatta esplodere dal killer mafioso Antonino Madonia, uccidendo Rocco Chinnici, il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile, Stefano Li Sacchi.
    In una delle sue ultime interviste Chinnici ha detto: “La cosa peggiore che possa accadere è essere ucciso. Io non ho paura della morte e, anche se cammino con la scorta, so benissimo che possono colpirmi in ogni momento. Spero che, se dovesse accadere, non succeda nulla agli uomini della mia scorta. Per un Magistrato come me è normale considerarsi nel mirino delle cosche mafiose. Ma questo non impedisce né a me né agli altri giudici di continuare a lavorare”.
    Vitto <3

  • Mattia Callegari scrive:

    Il Giardino dei Giusti

    Il Giardino dei Giusti di Tutto il Mondo di Milano aperto in Italia ed il quarto nel mondo, dopo quello di Gerusalemme, Yerevan e Sarajevo
    Ogni anno la scelta delle personalità che la città intende commemorare in questo giardino viene fatta da un comitato composto da personalità di rilievo di tutti gli ambiti della vita culturale e civile.
    “Nel Giardino vengono piantati ogni anno nuovi alberi per onorare gli uomini e le donne che hanno aiutato le vittime delle persecuzioni, difeso i diritti umani ovunque fossero calpestati, salvaguardato la dignità dell’Uomo contro ogni forma di annientamento della sua identità libera e consapevole, testimoniato a favore della verità contro i reiterati tentativi di negare i crimini perpetrati”

    Il giardino è stato realizzato su proposta di Gabriele Nassim, uno storico italiano e presidente del Comitato Giardino dei Giusti per dedicare un luogo specifico di Milano alla memoria di tutte quelle persone nel mondo che si erano contraddistinte per la loro resistenza morale.
    Il Giardino dei Giusti è stato inaugurato il 24 gennaio 2003 ed è situato nel Parco Monte Stella una collinetta artificiale formata con l’accumulo di macerie provocate dai bombardamenti, effettuati dagli Alleati, durante la seconda guerra mondiale e con altro materiale proveniente dalla demolizione degli ultimi tratti dei bastioni, avvenuta dopo il 1945.
    I primi alberi sono stati dedicati ai personaggi dei primi tre Giardini nel mondo: A Moshe Bejski, giardino di Gerusalemme in Israele; a Pietro Kuciukian, giardino di Yerevan in Armenia; a Svetlana Broz giardino di Sarajevo in Bosnia-Erzegovina.
    A luglio 2012 il giardino contava 22 alberi dedicati a uomini e donne di tutto il mondo.
    L’Associazione del Giardino dei Giusti di Milano ha indicato le nuove sei personalità che saranno ricordate nel Giardino al Monte Stella. La scelta è ispirata dalla capacità di intervenire in aiuto di altre persone in difficoltà.
    Mehmet Gelal Bey, un Giusto ottomano
    Francesco De Luca, Sottocapo della Guardia Costiera di Lampedusa
    Razan Zaitounech e Ghayath Mattar
    Razan e Ghayath hanno resistito con coraggio alla violenza del regime siriano. Hanno però pagato un prezzo altissimo, l’uno con la vita e l’altra con la prigionia.
    Rocco Chinnici
    Rocco Chinnici, alto magistrato di Palermo assassinato dalla mafia il 29 luglio del 1983, ha per primo intuito l’importanza di agire con una strategia investigativa e un’organizzazione giudiziaria all’altezza della sfida, in modo lucido e organizzato. Ha costruito il nucleo del primo pool antimafia.
    Alganeh Fessaha
    Cittadina italiana e milanese di origine eritrea, da anni si prodiga, per assistere e spesso trarre in salvo da situazioni estremamente pericolose i profughi e in particolare eritrei, etiopi e sudanesi.

  • Nicolo Sibillino scrive:

    A me é piaciuto molto vedere le tombe dei giusti, sentire il nostro sindaco di milano con tanta convinzione. Mi é spiaciuto molto per quel ragazzo che aveva promesso alla madre che sarebbe tornato e invece per disgrazia quel ragazzo non torno piu… era morto.

  • Matteo Spiombi scrive:

    I Giardino dei giusti
    Il primo Giardino dei Giusti, nato a Gerusalemme nel 1960, è dedicato ai Giusti tra le nazioni. Il promotore è Moshe Bejski, salvato da Oskar Schindler. Moshe Bejski ha dedicato la propria vita a ricercare nel mondo i Giusti tra le nazioni: può rendere l’idea la portata della sua ricerca se si pensa che tra il 1963 e il 2001 ne sono stati commemorati circa 20.000 di cui 295 italiani.

    Nel mondo esistono tantissimi giardini dei giusti tra cui:

    Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Milano: Viale dei Giusti, Parco Monte Stella, Milano. Inaugurato il 24 gennaio 2003.
    Giardino dei Giusti di Catania: inaugurato il 27 gennaio 2003
    Piazza e due querce a Bellaria-Igea Marina dedicati ai Giusti della Shoah, aperta il 25 aprile 2004.
    Parco in memoria delle Vittime Italiane nei Gulag presso il Parco Valsesia, Milano, inaugurato l’11 novembre 2005.
    Giardino dei Giusti di Firenze: presso il Giardino degli orti del Parnaso, in via Trento, aperto dal 2007.
    Giardino dei Giusti di Maccarese-Fiumicino (Roma) con oltre 30 alberi di olivo dedicati ai Giusti tra le nazioni ricordati nel giardino.
    Giardino dei Giusti del Mondo di Padova.
    Giardino dei Giusti di Palermo: in via dell’Alloro, aperto dal 2008.
    Giardino dei Giusti di Cittanova (Italia) aperto dal 2008.
    Bosco dei Giusti della Brianza, nel Parco delle Groane (Milano), inaugurato il 19 dicembre 2010.
    Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Bisceglie, (provincia di Barletta-Andria-Trani). Inaugurato il 5 settembre 2013.
    Giardino dei Giusti di Brescia, inaugurato il 6 marzo 2013.
    Giardino dei Giusti di Rimini, istituito il 9 luglio 2013.
    Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Thiene, inaugurato l’11 marzo 2014.
    Giardino dei Giusti del Piemonte, inaugurato il 27 marzo 2014.

  • Matteo Spiombi scrive:

    il Giardino dei giusti.

  • Matteo Spiombi scrive:

    La gita al Giardino dei Giusti mi è piaciuta molto, soprattutto il discorso del capitano di una nave della guardia costiera e quello del sindaco, mi dispiace di non aver assistito agli interventi fin dall’ inizio.
    Ho notato sulle pietre molti nomi a noi conosciuti come :Nelson Mandela o Rocco Chinnici. Vorrei rifare un esperienza simile con discorsi e testimonianze perché aiuta a far riflettere noi ragazzi.Grazie prof per averci portato.

  • Federico scrive:

    Il 6 marzo ci siamo recati al giardino dei giusti,esperienza che mi è piaciuta abbastanza perchè non riuscivo a seguire molto le testimonianze dei vari “giusti”,come Matteo mi è dispiaciuto non esserci fin dall’inizio.Io ero già a conoscenza di diversi nomi ma comunque conoscerne alti non guasta mai.
    Grazie per averci accompagnato.

  • Federico S. scrive:

    Questa esperienza mi ha fatto capire che per essere giusti bisogna lottare per ciò in cui si crede e per la libertà e la giustizia, che per me sono i valori più importanti, ma nel rispetto degli altri e in in un modo pacifico. Quei discorsi mi hanno fatto capire che ora non c’è una vera pace perchè con l’immigrazione clandestina che provoca molte vittime, la mafia, l’ ISIS, la guerra in Ucraina non si può definire una vera pace. Le persone presenti nel giardino dei giusti hanno dedicato la loro vita per far si che questi eventi finiscano e che non si verifichino mai più grazie ai loro messaggi di pace.

  • Gloria scrive:

    A me il Giardino dei Giusti è piaciuto, perchè mi sono divertita nell’intervistare alcuni famigliari dei Giusti, però io non sono riscita a seguire molto bene le testimonianze, perchè era facile distrarsi dietro comunque mi è piaciuto.
    Baci Glo<3

  • Filippo Mauri scrive:

    Mi ha fatto piacere visitare il parco dei gusti è scoprire quante persone hanno fatto del bene nel mondo anche se di queste persone ne ho sentito parlare solo di due : Mandela e Chinici .

  • rubik scrive:

    A me il Giardino dei giusti a piaciuto perché quello che veniva detto era incoraggiante. Mi è piaciuto intervistare il presidente di Geriwo che per ogni risposta cercava di approfondire il più possibile.
    Mi è piaciuto anche perché hanno detto delle cose molto interessanti quelli che hanno parlato, e mi ha colpito che i figli del collaboratore di Falcone e Borsellino, che parlavano in modo normale anche se il loro padre era morto.

  • Alice<3Michael scrive:

    A me non è piaciuto tanto il giardino dei giusti perché non riuscivo a seguire la discussione , ma quel poco che sono riuscita a seguire è stato commuovente e incorraggiante ; mi sono divertita a intervistare i testimoni e fotografare le lapidi. Devo dire che mi è piaciuto stare in mezzo alla natura parlando di persone che potrebbero portare avanti il mondo perché è dalla natura che si genera la vita .
    Ali ♡ :-)

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