Dato che mia mamma lavora al palazzo di giustizia (esattamente al terzo piano, proprio lo stesso piano in cui è accaduta la strage) ho pensato di chiamarla per farle un’intervista e farmi spiegare bene cosa è successo.

-Cos’è successo?

Alle undici ho sentito due forti rumori, mi sembravano spari ma mi sono trattenuta dal dirlo alle mie colleghe, ma al posto mio lo ha detto Flavia : “Ma cosa sono? Spari?”;

allora ho aperto la porta, mi sono affacciata e ho visto tante persone correre, tra cui un mio collega che si è girato e mi ha detto. “Chiama i carabinieri” e così abbiamo fatto, dopodichè ci siamo chiuse a chiave dentro l’ufficio e abbiamo messo un mobiletto davanti alla porta.

I giornali dicono proprio delle bufalate, dicono che hanno evaquato tutto il palazzo di giustizia all’istante, mentre in realtà, pochi sono stati gli uffici fortunati, la gran parte delle persone (tra cui anche io) sono uscite dall’edificio ben due ore dopo l’accaduto.

-Si è scoperto chi ha sparato? Perchè lo ha fatto?

Si… lo si ha saputo fin dall’inizio,  l’imputato ha sparato a un testimone avvocato (che era un curatore fallimentare) in un udienza per bancarotta fraudolenta, dopodichè ha sparato al suo coimputato, probabilmente lo ha fatto perchè ha sentito di aver perso tutto; poi è uscito dall’aula di udienza ed è passato proprio nel mio corridoio, io lavoro nella seconda sezione penale del tribunale, ha preso le scale ed è sceso ha sparare a un giudice chiamato Ciampi. 

Proprio su quelle scale, un collega che stava passando, probabilmente ignaro di qullo che stava accadendo, vedendo questo individuo correre con una pistola in mano, si è preso un’infarto.

-Il giorno seguente alla strage, hanno preso provvedimenti facendo passare tutti dal metal detecor?

No… però hanno chiesto il tesserino a tutti, pure a me che mi conoscono da oramai venti anni.

-Quali sono state le tue emozioni dato che hai vissuto questa “tragedia” da vicino?

Ho avuto paura, molta paura perchè non si sapea se gli spari provenissero da dentro il palazzo di giustizia o da fuori.

 

Alessia

 

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