A pagina 338 troviamo un brano tratto dal romanzo “Eloi” dello scrittore bosniaco Alen Custovic: “Vittime innocenti”.

Chi ha letto questo racconto ci può raccontare brevemente che cosa accade nel brano e chi sono i personaggi.

Si tratta di un testo narrativo che parla della guerra che si è svolta nella ex Iugoslavia. Dove è ambientata precisamente la vicenda narrata?

Quali aspetti o temi o caratteristiche l’autore cerca di mettere in risalto (la guerra, i personaggi e i loro comportamenti, i ricordi, il luogo, …)? Descrivete alcuni aspetti.

Vi è piaciuto il racconto? Motivate la vostra risposta.

5 Commenti a “Vittime innocenti”

  • Diego scrive:

    A me è piaciuto molto perchè è una storia di pochi ragazzi che sapendo che fuori casa potevano morire, uscirono per portare del cibo a dei cuccioli di cane;
    ma a quei cuccioli non ci arrivò più nessuno.

  • rubik scrive:

    Il racconto narra della guerra nella ex lugoslavia.
    Più precisamente a Mostar nel quartiere di Zalik.
    I temi che tratta questa narrazione sono la sopravvivenza e alla fine la gioia di vivere.
    A me è piaciuto questo racconto perché parla in modo dettagliato la “morte” di ragazzino la cui colpa è essere nato in quel paese.

  • Andrea xBliZzArDx scrive:

    Io ho letto il racconto di “Vittime Innocenti” e so che non è tutto il romanzo, ma la sua intensità e la sua ricchezza in ciò che succede è spettacolare.
    Io ho pensato a una domanda che vorrei porre alla classe,che è la seguente:
    -Se voi foste stati le madri dei ragazzi,gli avreste fatti uscire?e se foste stati i ragazzi,sareste usciti anche con il consenso delle madri?.

  • Federico scrive:

    Questo romanzo mi è piaciuto molto perchè narra della vita di un gruppo di ragazzi che sono costretti a vivere ogni giornata nell’incertezza di stare all’aria aperta e di vivere una vita libera e piena di felicita.
    questa guerra sarà per i ragazzi una “prova”per superare le propie paure

  • Francesca scrive:

    La vicenda narrata è ambientata a Mostar nel quartiere di Zalik, vicino al monte Velez.
    Un giorno Samir e i suoi amici cavalcarono in groppa le biciclette e, con il consenso delle madri, si avviarono verso il rifugio in cui avevano scoperto dei piccoli cuccioli di cane per offrirgli un pezzo di pane.
    Ad un certo punto però una bomba esplose davanti al gruppetto in corsa: Samir venne travolto in pieno e cadde per terra, ferito all’addome da una scheggia molto grande.
    L’ambulanza non poté uscire in soccorso fino a quando il bombardamento non finì.
    Dopo un po’ di tempo i ragazzi arrivarono in ospedale ma ormai Samir era morto dissanguato.
    L’autore descrive molto dettagliatamente l’arrivo in ospedale: niente barelle, erano poche e i feriti troppi.
    Portarono Samir nel seminterrato, dove era stato trasferito il necessario per poter prestare il primo soccorso (tutto ciò che non era rigorosamente indispensabile era stato fatto sparire).
    I malati più gravi venivano sistemati ai piani superiori con la speranza che dal muro non piombasse qualche esplosivo a ucciderli prima del tempo.
    Quando la madre dell’undicenne venne a sapere dell’incidente si recò subito in ospedale e con lei c’era anche Emir (il marito della vicina di casa) per darle conforto.
    Alla fine del brano c’è un paragrafo dedicato al ricordo della vita prima della guerra e secondo me l’autore ha voluto inserire questo particolare per far capire al lettore che prima della guerra si stava bene e c’era molta quiete.
    Credo che questo sia un buon racconto perché mi ha fatto ragionare sul fatto di vivere in un paese in guerra: le condizioni di vita, i luoghi pubblici, la speranza di non morire, ecc.

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