Con grandissimo piacere ospitiamo sul nostro blog i commenti scritti dai ragazzi della 3A della scuola secondaria di I grado “C.Caldera” di Cabiate (CO).
Anche loro hanno letto il libro di Fabio Geda che racconta la storia di Enaiatollah ” Nel mare ci sono i coccodrilli“.
La loro insegnante, Prof.ssa Beatrice Orsenigo ha raccolto i loro testi e si è messa in contatto con noi, chiedendoci se potevamo pubblicarli sul blog. Eccoli dunque!
Li trovate nei diversi post con il nome dell’autore.

Grazie ragazzi per aver scelto il nostro blog come spazio per condividere le vostre idee e riflessioni :-))

Anche a noi il libro era piaciuto molto e ne erano nate lunghe discussioni e interessanti scambi di opinioni.

24 Commenti a “Cosa ho imparato da Enaiatollah”

  • adminchiara scrive:

    PROF. BEATRICE ORSENIGO

    A me la storia di Enaiatollah ha insegnato che ci si può fidare delle persone. Pur in una storia così dolorosa e piena di ostacoli, ricatti e sempre nuove difficoltà, a stilare un bilancio credo che siano state più numerose le persone che hanno aiutato Enaiat rispetto a quelle cattive in assoluto, che lo hanno trattato male. Tra i tanti, penso a osta sahibe alla sua proposta di lavoro da venditore che almeno fruttava a Enaiat un po’ di soldi, i primi; al capocantiere e agli altri a Esfahan, in Iran, e alla loro affettuosa amicizia con il ragazzo; alla signora anziana in Grecia che, prima di ogni altra domanda, gli ha fatto segno di entrare in casa e offerto del cibo buono. Che bella lezione di vita…

  • adminchiara scrive:

    Io penso che sia difficile staccarsi dalla mamma e incominciare a lavorare da piccoli. Però, se non l’avesse fatto, il protagonista oggi sarebbe una persona cattiva. Questo ci insegna che bisogna avere coraggio per affrontare le situazioni brutte della vita. Mi è piaciuto anche che una famiglia abbia voluto ospitare un ragazzo che non conosceva.

    GABRIEL R.

  • adminchiara scrive:

    Questo fantastico libro mi ha dato la certezza che la vita non è sempre facile e allo stesso tempo mi ha insegnato il valore di una famiglia che ti vuole bene e della vita stessa

    FORTUNATO C.

  • adminchiara scrive:

    MATTEO C.

    Il libro mi ha insegnato a pensare un po’ alla vita di quelle persone che devono scappare per vivere ed Enaiatollah è una di quelle persone. La sua storia, molto impressionante, intensa e piena di pericoli mi è piaciuta.

  • adminchiara scrive:

    Dalla storia di Enaiatollah ho imparato che è solo lottando che possiamo riuscire a realizzare i nostri sogni e che ci sarà qualche volta qualcuno che potrà aiutarti.

    DENISE M.

  • adminchiara scrive:

    ANDREA A.
    La storia di Enaiatollah mi ha insegnato che una madre è disposta a tutto per l’amore verso i propri figli; infatti sua madre, per salvarlo da un destino crudele, legato alle brutalità dell’Afghanistan e dei talebani, lo conduce in Pakistan, all’età di circa 10 anni e lo abbandona in un Samavat per permettergli di superare il confine e di essere finalmente libero.Prima di lasciarlo, gli insegna tre valori fondamentali, che gli permetteranno di crescere onestamente: non utilizzare droghe, non uccidere e non rubare.
    Lasciare il figlio è un gran dolore, ma si vede costretta a farlo, rientrando in Afghanistan per seguire le tradizioni del suo popolo ed accudire gli altri due figli: una femmina ed un maschio più piccolo di lui, che non avrebbero potuto sostenere tale viaggio.
    Anche per me questi sono valori fondamentali, che tutti dovremmo avere, in modo tale da rendere il nostro mondo migliore, senza più guerre, saccheggi e stragi, che portano solo all’autodistruzione.
    Durante il suo lungo viaggio verso la libertà, Enaiatollah incontra molte persone.
    Ciò che mia ha colpito maggiormente sono il suo valore dell’amicizia e responsabilità, che nutre nei confronti dei propri coetanei e dei più piccoli. Questo lo ha dimostrato in diverse occasioni, per esempio, quando è andato a trovare il suo amico Sufi a Qom in Iran, per far pace dopo un litigio oppure quando ha aiutato, con grande coraggio, i bambini afghani, lungo la traversata con il gommone verso la Grecia.
    Da questa storia vera, di un ragazzo poco più piccolo di me, ma molto più maturo e responsabile a causa delle esperienze vissute e delle numerose difficoltà incontrate nella vita, ho compreso quanto io sia fortunato ad essere nato in uno stato libero e democratico, in una famiglia, che mi vuole bene e che mi sarà sempre vicino, in una società che mi permette di studiare e di crescere in libertà.
    Enaiatollah ha dovuto, invece, allontanarsi dalla propria terra, dal proprio popolo e dalla propria famiglia, per poter raggiungere, con il sudore e la fatica, quello che io possiedo.

  • adminchiara scrive:

    ALESSIO O.

    La storia di Enaiatollah mi ha insegnato che queste persone vivono nella disperazione totale e scappano dal loro Paese(magari in guerra) lasciando tutti i loro affetti, per trovare una vita più serena.
    La mamma di Enaiatollah ha mandato via suo figlio di soli 10 anni, pensando di aiutarlo, ma non sapendo a cosa lo mandasse incontro: il duro lavoro, la solitudine e un viaggio stremante.
    Fortuna per lui che ha incontrato anche delle persone che gli hanno voluto bene e lo hanno rispettato.
    Quando vedo alla televisione i barconi pieni di gente che arrivano sulle nostre coste, ripenso a lui e a tutte le difficoltà che hanno dovuto affrontare.

  • adminchiara scrive:

    MATTEO V.
    La storia di Enaiatollah mi ha insegnato che gli ostacoli che ci si presentano si possono affrontare con il sorriso e superare.
    Il protagonista deve affrontare molti ostacoli come: attraversare il mare a bordo di un gommone, patire la fame, perdere persone care a causa della guerra e, senza mai arrendersi, riesce a superare ogni situazione.
    Questo libro ci aiuta a comprendere la difficile scelta che prendono oggi gli immigrati decidendo di affrontare una nuova vita buttandosi nel buio!
    Ogni situazione, ogni decisione ha dietro una storia e non sta a noi giudicare certe scelte senza conoscere il passato di una persona.

  • adminchiara scrive:

    SAMUEL T.
    La storia di Enaiatollah mi ha insegnato che non tutti possono essere fortunati come noi.InfattiEnaiatollah deve abbandonare la mamma e la famiglia a soli 10 anni “forse”. Questo libro mi ha fatto gioire molto quando, per la prima volta dopo anni, Enaiatollah parla con sua mamma, ma anche rattristare molto quando si è ritrovato solo nel cantiere e ha detto: “Cominciavo a pensare che dormire fosse un errore. Che forse la notte conveniva restare svegli, per evitare che le persone che mi erano vicine sparissero nel nulla.”.
    Ho provato anche tanta rabbia quando i poliziotti lo hanno picchiato ingiustamente e gli hanno rubato un orologio di poco valore per un poliziotto, ma di grandissimo valore per un ragazzino che non possedeva altro. Mi ha fatto provare paura quando girava solo per città a lui sconosciute oppure quando dormiva nel parco in Grecia con persone poco raccomandabili.
    All’inizio il libro non mi ha colpito molto, ma poi più leggevo e più mi sentivo coinvolgere da questa storia straordinaria.

  • adminchiara scrive:

    ANXHELA K.

    Dalla storia di Enaiatollah ho imparato che il mondo è pieno di pericoli, ma se abbiamo un obiettivo davvero importante per noi possiamo affrontare le difficoltà che ci compaiono davanti come ha fatto Enaiat. Inoltre che, se vogliamo ottenere qualcosa, dobbiamo ottenerla onestamente perché ci sono persone meno fortunate di noi, persone come Enaiatollah che hanno rischiato la vita per arrivare fin qui.

  • adminchiara scrive:

    RICCARDO R.
    Innanzitutto, a me il libro è piaciuto moltissimo perché è una storia vera che parla della storia di un bambino che per colpa della guerra è dovuto fuggire dal suo Paese ed ha dovuto contare solo sulle sue forze, qualche volta aiutato da bambini come lui o da adulti. Questa storia mi ha fatto capire e insegnato l’amore tra madre e figlio e il rapporto tra bambini e il desiderio di un uomo.

  • adminchiara scrive:

    GIORGIA F.
    Inizialmente questo libro non mi ispirava per niente, ma quando ho iniziato a leggerlo mi sono accorta che è davvero un libro pieno di emozioni. Mi ha insegnato che nella vita non bisogna MAI arrendersi e continuare a lottare per ciò che si vuole ottenere. Bisogna essere sempre coraggiosi e avere fiducia nelle persone che ci sono vicine. Mi ha insegnato cosa vuol dire stare senza una famiglia e ciò, pur non avendolo vissuto sulla mia pelle, sono riuscita comunque a capirlo. Mi ha insegnato che nella vita tutti gli ostacoli, con la forza di volontà e l’appoggio di qualcuno a cui tieni, si possono superare. E solo il pensiero che ogni singola parola di quel libro è stata realmente vissuta da Enaiat mi fa rabbrividire. E’ stato davvero uno dei pochi libri che ho letto che è riuscito ad emozionarmi.

  • adminchiara scrive:

    CHRISTIAN F.
    Questa storia a me ha insegnato che i bambini poveri, piuttosto che mangiare, vanno a lavorare per sopravvivere. Inoltre che, anche se una persona e’ povera oppure non ha i genitori,può in qualche modo essere felice lo stesso.

  • adminchiara scrive:

    MARCO R.
    Il libro a me è piaciuto molto.
    Mi ha fatto comprendere che non mi devo mai arrendere, come ha fatto Enaiatollah durante il suo viaggio.
    Mi ha stupito infatti il fatto che, anche dopo essere stato abbandonato da sua madre, abbia trovato la forza di intraprendere un viaggio pieno di pericoli, per avere una vita migliore.

  • adminchiara scrive:

    EDOARDO G.
    La storia di Enaiatollah mi ha insegnato il dramma che esiste in certi Paesi dove si è costretti a vivere con poche libertà e sotto minaccia e per questo tante persone fuggono in altri Paesi rischiando la propria vita alla ricerca della libertà e di una vita migliore, degna di essere vissuta.
    Enaiatollah è solo uno dei tanti arrivati in Italia, dopo mille disavventure e dopo aver messo a serio repentaglio la propria vita.Ed è uno dei pochi che ce l’ha fatta.

  • adminchiara scrive:

    MATTEO R.
    La storia di Enaiatollah mi ha insegnato che bisogna saper sfruttare ogni occasione che la vita ti propone. La sua storia è stata molto commovente, soprattutto il fatto che all’età di 10 o forse 11 anni abbia dovuto lasciare sua madre, cosa che noi, che viviamo in un’altra realtà molto diversa e più fortunata, non saremmo sicuramente riusciti a sopportare. Inoltre il libro ci è servito anche per comprendere come gira il mondo in altre nazioni come in Iraq, come sono le persone, gli stili di vita e le culture. Noi siamo abituati, diciamo, a vivere nella”bambagia” in confronto a coloro che abitano in questi Paesi dove non sai mai se sei al sicuro oppure no. Il nostro comportamento non è sempre d’aiuto e benevolo nei confronti di chi, come Enaiatollah, vive questi problemi, però il libro ci ha proposto figure di alcune persone che aiutano appunto questi ragazzi a compiere ciò che desiderano (come la signora che ha aiutato molto Enaiat in Grecia).
    Consiglio vivamente a chi vedrà questo mio commento di leggere il libro e di provare a riflettere su come si vive diversamente da Paese a Paese e su come i ragazzi della nostra età affrontano diversamente il periodo di crescita senza la necessità di cellulari, smartphone, computer o altro.

  • adminchiara scrive:

    FRANCESCA B.
    Dalla storia di Enaiatollah ho imparato che ci sono bambini al mondo che vengono abbandonati, anche molto piccoli, senza motivo e che devono subito essere in grado di cavarsela da soli senza piangersi troppo addosso…beh, se devo essere sincera, penso che se mi capitasse una cosa del genere non so fino a che punto sarei in grado di arrivare, penso che per prima cosa mi dispererei, cosa che lui non ha fatto.
    Devo dire che, essendo un bambino piccolo di quasi otto anni, è stato davvero bravo a cavarsela da solo…all’inizio il libro non mi piaceva molto appunto per questo abbandono, che non è il genere che preferisco, però poi la storia ha cominciato a prendere colore e volevo vedere come andava finire soprattutto negli ultimi due capitoli, Grecia e Italia.
    Mi ha insegnato, inoltre, che la vita di ognuno di noi può cambiare in un attimo, noi diamo tutto per scontato. Io a otto anni giocavo, mangiavo, dormivo senza preoccuparmi di nulla; lui doveva preoccuparsi di guadagnare dei soldi per poter mangiare, se no non mangiava. Lui però si può dire che è stato bravo: essendo un bambino di animo buono, non si è fatto coinvolgere da brutte compagnie di altri bambini e non è neanche stato arrestato.
    La sua storia mi ha insegnato anche che non bisogna dare tutto per scontato, perché la vita non è facile per nessuno, né per un ragazzo ricchissimo né per un ragazzo poverissimo, perché la vita è piena di imprevisti che non ti aspetti e la vera forza di ogni essere umano è proprio quella di riuscire a rialzarsi da solo.
    Alla fine posso dire che il libro mi sia piaciuto, nonostante la sua storia terribile.

  • adminchiara scrive:

    SONIA R.
    Il libro racconta di un ragazzino di nome Enaiatollah costretto a fuggire dall’Afghanistan perseguitato dai talebani per arrivare in Italia, dove trova una famiglia che lo adotta.
    Questa storia mi ha insegnato che non bisogna abbattersi alle minime difficoltà, ma credere in quello che si vuole fare e solo in questo modo si ottengono i propri obiettivi.
    Mi ha colpito il fatto che un ragazzo così giovane abbia avuto il coraggio di affrontare situazioni del genere, come quando ha attraversato il mare su un gommone affrontando le alte onde per raggiungere altre terre.
    Stimo molto questo ragazzo, io non sarei stata in grado di superare tutte le difficoltà che ha incontrato.
    La lettura è stata molto scorrevole e comprensibile per la forma, simile ad un dialogo diretto.
    Consiglio questo libro a tutti perché fa capire veramente cosa provano le persone che ancora oggi si trovano in quelle situazioni.

  • adminchiara scrive:

    ALESSANDRO P.
    La storia di Enaiatollah mi ha insegnato a non dare niente per scontato e che non tutti hanno la fortuna di vivere in un Paese democratico, libero e con leggi giuste come il nostro, dove si vive in un periodo di pace come negli ultimi anni. Questo libro, a parer mio, non è un libro d’avventura come gli altri, non è un libro normale perché ha la capacità di prendere il lettore e riuscire a metterlo nella storia, immedesimandolo nei pensieri, azioni, fatti compiuti dal protagonista: in poche parole è un libro da leggere tutto di un fiato!
    A me personalmente questo libro è molto piaciuto soprattutto per il fatto che parla di argomenti attuali negli ultimi anni.Uno di questi è l’immigrazione clandestina. Noi italiani siamo spesso capaci di disprezzare le persone che arrivano da un qualsiasi paese dell’Africa, solo perché li vediamo come dei delinquenti o pregiudicati. Invece,con questo libro, i lettori riescono a comprendere quello che c’è dietro, il rovescio della medaglia. Magari non tutti hanno fatto la fatica di Enaiatollah per raggiungere il luogo dove stanno bene, un luogo sereno, ma sicuramente non è stato facile.
    Questo libro, infine, mi ha fatto riflettere su ciò che succede non molto distante da noi. Dove, per vivere, i bambini sono costretti a lavorare, lasciare la propria casa, la propria famiglia, i propri amici d’infanzia. Ma lo fanno per vivere in un futuro migliore.

  • adminchiara scrive:

    RICCARDO C.
    La storia di Enaiatollah mi ha insegnato che molti ragazzi sono poco fortunati e vivono sofferenze molto grandi, a causa del paese in cui vivono e delle usanze della loro popolazione. Il protagonista, secondo me, viene salvato dalla mamma,che lo porta lontano dai talebani, che lo vogliono come risarcimento e dalla sua forza di volontà, che gli permette di superare grandi ostacoli e di riuscire a conquistare la libertà e la felicità nel nostro Paese.
    Secondo me, le lacrime della mamma che non riesce a rispondere alla telefonata del figlio esprimono felicità perché ora è sicura che suo figlio è salvo e sta bene, anche se lontano da lei. Questo ragazzo mi ha fatto capire che non bisogna arrendersi mai e lottare sempre per migliorarsi.

  • adminchiara scrive:

    RICCARDO M.
    Questo libro mi ha insegnato che difronte alle complicazioni della vita non bisogna mollare, ma andare avanti. Mi ha colpito, infatti, la forza di volontà di Enaiat che, per ottenere qualcosa da mangiare o un posto per dormire, si mette a disposizione di alcune persone che gli offrono un posto per lavorare; inoltre mi ha colpito anche come ha affrontato le varie situazioni di pericolo come quando é stato arrestato.

  • adminchiara scrive:

    EVELYNE M.
    La storia di Enaiatollah mi ha insegnato che bisogna essere fieri di tutto quello che abbiamo, come ad esempio avere una famiglia, perché ci sono persone, come lui, che non hanno questa possibilità.
    Inoltre per avere qualcosa, qualunque essa sia, bisogna guadagnarsela: come la storia dell’orologio. Non aveva molto valore, ma per Enaiat aveva un valore immenso e avrebbe fatto qualsiasi cosa per averlo sempre con sé. Quell’episodio mi ha fatto commuovere perché mi ha fatto tornare alla mente dei ricordi di quando ero piccola perché tutti, quando eravamo piccini, o magari anche adesso, abbiamo avuto almeno una cosa molto importante per noi: una bambola, un peluche, un gioco o qualcos’altro, che per gli altri era solo un oggetto qualunque. Secondo me, tutti abbiamo sofferto moltissimo quando ce l’hanno tolto perché o eravamo troppo grandi o erano stanchi di vederci sempre con quell’oggetto giorno e notte; abbiamo sofferto molto perché, anche se non aveva molta importanza, era NOSTRO.
    Enaiat mi ha anche insegnato che a volte la vita è davvero crudele e che bisogna essere forti. Io sinceramente, se avessi passato tutto quello che ha passato lui, non ce l’avrei fatta. Sono sicurissima che non sarei riuscita ad andarmene dal mio paese, a trovarmi un lavoro per guadagnare dei soldi per poi ripartire ancora…anche perché riuscire a fare queste cose ad OTTO ANNI…che coraggio! Ripeto, io sarei rimasta lì seduta a piangermi addosso tutto il tempo. Enaiatollah è davvero, ma davvero, un ragazzo molto forte e lo stimo molto per quello che ha fatto e ha fatto molto bene a raccontare a tutto il mondo la sua storia perché così ci ha fatto riflettere un po’ di più su quanto siamo fortunati in confronto ad altri e per questo non dobbiamo lamentarci se magari non ci comprano l’Iphone 6 o la Play 4 perché c’è gente che non ha nemmeno la cosa più importante di tutte: UNA FAMIGLIA.

  • adminchiara scrive:

    GIORGIA G.
    Io dal libro “Nel mare ci sono i coccodrilli” ho imparato che la pace è la cosa più importante perché, anche se per noi é una cosa scontata, la gente che vive nei paesi in guerra non ce l’ ha. Inoltre ho imparato che molti nostri problemi di tutti i giorni sono ridicoli in confronto a quelli che possono avere ragazzi come Enaiatollah che vivono ancora nei paesi orientali dove vengono trattati male.

  • adminchiara scrive:

    ALESSIA C.
    Questo libro mi ha insegnato che ci sono persone meno fortunate di noi, che per arrivare in Italia compiono viaggi in condizioni disumane. Mentre noi ci lamentiamo per delle piccolezze, a loro vengono negati i diritti piú elementari e ci sono molti che sono morti o hanno rischiato la vita per vivere in Europa. Inoltre mentre per noi certi diritti sembrano scontati, sembrava paradisiaco per Enaiat poter andare a scuola o poter aver avere un tetto sulla testa e cambiarsi i vestiti tutti i giorni.

Lascia un Commento

Devi aver fatto il login per inviare un commento