Udite udite! Anche quest’anno si terrà il concorso di Natale con il quale potrete vincere uno splendido punto meraviglia che, come sapete, può dare una sistematina al registro e permettere di passare sopra a qualche segnaccio già presente!

Regolamento

  • Scrivere un racconto di non più di 1000 battute (spazi esclusi). Scrivete su word e usate la funzione che vi dice quanti caratteri avete scritto; considerate che i racconti del match in genere sono più lunghi.
  • Il testo deve avete come tema: Natale visto da una prospettiva che non immaginavo“. Possono essere situazioni inattese, ma anche le stesse di sempre viste con occhi diversi…possono essere scene familiari o anche frutto della vostra immaginazione!
  • Il genere lo potete scegliere liberamente, l’importante è che siate coerenti.
  • Termine per l’invio dei testi è il 27 di dicembre, ore 23.00

Spazio alle idee e w la creatività!

Di natale non ce n’è forse uno solo ma molti possibili! Avete mai pensato che, ad esempio, a sud dell’Equatore si festeggia andando al mare?

Il racconto vincitore verrà ovviamente letto in radio al rientro delle vacanze e proposto a Sinapsi!

Buona scrittura e buone feste 

33 Commenti a “Concorso punto meraviglia!”

  • Trottolina98 scrive:

    GRAZIEEE!!!!! :) :) :)

  • $[dj_ BrIk]$ scrive:

    I miei complimenti a che mi ha superata.
    MA SCHERZOOOOOOOOO!!!! BRAVA NOEMIIIIIIIIIIIII

  • Trottolina98 scrive:

    Pensate che è una storia vera…..

  • adminchiara scrive:

    Eccomi qui…
    allora…
    dopo un lungo meditare e qualche consultazione…direi che…
    il premio del Punto meraviglia va al racconto di Trottolina che vince, anche se per poco, su quello di Brik in cui ahimè c’è qualche errorino in più nella forma che vedremo insieme.

    A tutti comunque un punto per la partecipazione! Ricordatemi di segnarli sul registro :-)

  • Giuly scrive:

    Ma visto che io non sapevo come contarle ho chiesto a Noemi e mi ha detto di usare il contaparole di word.

  • $[dj_ BrIk]$ scrive:

    giulia 200 saranno le parole i caratteri sono i punti e ogni singola lettera. Poi guerda in confronto agli altri quanto è luno il tuo potresti fare un paragone e accorgertene :)[[[218595638164996]]]

  • Giuly scrive:

    Ma prof non è vero il mio è solo 200 circa e non bisognava superare i 1000

  • $[dj_ BrIk]$ scrive:

    Quanto AGLI ALTRI?????????’
    COSA????? :)

  • adminchiara scrive:

    Ecco che si avvicina il verdetto…
    intanto devo dire a Lorenzo e a Giulia che, sebbene i loro racconti siano piacevoli da leggere, sono troppo lunghi e quindi per questo non possono essere premiati.
    Bravo Lorenzo per aver recuperato l’idea del Boccaccio :-) e a Giulia per essere riuscita a trasmettere un’atmosfera familiare…

    Quanto agli altri…

  • Giuly scrive:

    Ma ancora non si sa chi ha vinto??….ce lo dica prof…

  • Trottolina98 scrive:

    E’ vero prof. oggi è la befana…. ci faccia un regalo….

  • $[dj_ BrIk]$ scrive:

    Dai che oggi è la befana.

  • |--------->_*Afragola*_<----------| scrive:

    Non vedo l’ora :)

  • adminchiara scrive:

    Bene bene quanti bei racconti fra cui scegliere…
    e davvero non è facile.
    Quindi…dovrete aspettare fino a dopo la befana perché sottoporrò i mie finalisti al parere di altri 2 esperti in modo da scegliere il/i vincitore/i!!!!

    Intanto buon inizio di anno e che sia speciale! :-)))

  • ▒ℒąŋƇḝ▒ scrive:

    “In fretta!Fai in fretta o rischiamo di essere contagiati”
    “Ok!Ho finito”
    “Adesso portiamolo dentro”.
    Davanti a noi si trovava un lussureggiante castello, lì vivevamo io, Fred, Thomas, Kate, Francesca e Ginevra; ci siamo ritrovati qui per caso perché è arrivata la peste, non sapendo dove andare abbiamo trovato questo maniero.
    All’inizio ero da solo poi arrivò Fred, quando bussò alla portone io non aprii perché ero spaventato, lui mi disse:”Aprimi sono Fred, un ragazzo di periferia e non sono stato ancora contagiato” io in tono fermo e deciso risposi:” Come posso credere che non hai la peste?” lui mi disse:”Credimi” sentendo queste parole gli aprii. Dopo due mesi Thomas, Kate e Francesca bussarono alla mia porta e io curioso li aprii domandando loro:”Perchè siete qui?”, un ragazzo mi rispose:” Sono Thomas, alla mia destra c’è Kate e alla mia sinistra c’è Francesca siamo qui per chiederti ospitalità” io sorridendo gli risposi:”Qui siete i benvenuti”, Kate mi chiese:”C’è qualcun’altro con te?”
    “Si c’è un ragazzo di nome Fred e non gli da fastidio se ci sono altri coinquilini”
    Tre mesi dopo arrivò Ginevra una bambina la quale aveva perso entrambi i genitori a causa della peste.
    Oggi è il 17 dicembre e io, Thomas e Fred siamo andati a tagliare un abete per fare l’albero di natale, mentre lo portavamo dentro mi fermai a guardare il panorama, nel frattempo vidi il mio villaggio e ripensai a come erano le strade nel periodo natalizio, ripensai a come erano felici i bambini i quali si sfidavano a battaglie lunghe intere giornate di palle di neve, ripensai alla mia famiglia e a quanto eravamo uniti.
    Fred mi scosse e ritornammo al lavoro, portato dentro c’erano Kate, Francesca e la piccola Ginevra che ci aspettavano con gli ornamenti, posizionammo l’albero vicino ad una arcata di fianco al camino, le ragazze incominciarono ad appendere gli addobbi e alla fine la piccola Ginevra mise la stella in cima all’abete.
    Decidemmo che non ci saremmo fatti dei regali ma solamente avremo festeggiato insieme questo natale ed avremo ringraziato il destino per averci fatto incontrare perchè il natale non è solo regali ma è unità e solidarietà.

  • ⓛⓞⓥⓔM@Rg¥εïз scrive:

    Un Natale diverso dagli altri

    Era il 25 mattina, mi ero appena svegliata, sapevo già che mia madre avrebbe iniziato a urlare perchè io, mio fratello e mio padre non l’aiutavamo. Per la casa aleggiava un’aria di serenità e tranquillità mai sentita prima di allora, tutto intorno mi pareva insolito, strano; andai in cucina per dare una mano a mia madre quando, non la vidi. Ai fornelli non c’era nessuno la stanza era vuota e dopo essermi scrollata di dosso la stanchezza, mi resi conto che in casa non c’era nessuno. Erano tutti ancora a letto! Presa dal panico corsi subito in camera dei miei genitori e gli tira giù dal letto svegliandoli bruscamente. Quando furono svegli, mi chiesero a cosa fosse dovuta la mia agitazione e preoccupazione e io ancora nel panico, gli risposi:” E’ Natale e non c’è ancora nulla di preparato!”. Si misero a ridere e sempre sghignazzando mi dissero:” E’ vero è Natale, ma quest’anno non lo celebreremo a casa nostra, andremo dai nonni, ricordi?” Non ci potevo credere, tanta preoccupazione per niente. Ridendo ancora per la notizia mi diressi in camera mia, dove mi sdrai sul letto cercando di prendere sonno.

  • $[dj_ BrIk]$ scrive:

    Era il ventiquattro sera e mancava qualcosa. Quante volte ho pensato che il Natale fosse magico solo perché arrivano i regali! Adesso mi ritrovo qui con una infinità di regali e nessuno con il quale condividerli.
    Manca lo zio con il quale ogni anno faccio a gara per chi prende più regali. Manca la mamma il papà i nonni tutti da ringraziare per gli infiniti regali fatti.
    Ma se almeno una volta gli fossi stato riconoscente di essere stati con me e avermi fatto compagnia almeno adesso non avrei avuto quel forte senso di colpa che mi bruciava e rodeva l’anima. E proprio vero si capisce il reale valore di qualcuno solo quando lo si perde.
    Devo avere dato così poca importanza a chi mi sta intorno che non so nemmeno dove le ho perse le persone a cui voglio bene.
    Come sarebbe il Natale se adesso avessi con me i miei parenti con i quali festeggiare? Una lacrima mi sfiorò il viso e fu la stessa che mi svegliò da quell’orribile sonno che speravo finisse al più presto.
    Era il venticinque mattina mi alzai e diedi un abbraccio a mia madre a mio padre ai miei parenti.
    E quel giorno durante il pranzo non stetti a guardare i regali e a scuoterli vicino all’orecchio ma passai del tempo con la mia famiglia.

  • Trottolina98 scrive:

    Questo è il mio racconto

    Eccomi qui, appena nato, era il ventidue di dicembre ed ero in braccio alla mia mamma, Alessandra, che vidi per la prima volta subito dopo la mia nascita.
    Ero chiuso in una stanza, mille occhi, mi guardavano e mi sorridevano, ma io ero in braccio alla mia mamma e mi sentivo al sicuro.
    Nel reparto di maternità c’era un’atmosfera Natalizia, quasi magica.
    Appena aperti i miei due occhietti vidi subito un albero pieno di lucine e palline colorate, all’inizio mi dava fastidio ma mi abituai pian piano.
    Tutti nel mio reparto si facevano gli auguri, si scambiavano i regali e tutte le infermiere indossavano un cappello, aveva una forma strana ma mi trasmetteva gioia ed allegria..
    Con le mie due orecchie, ascoltai la conversazione tra la mia mamma e uno strano uomo vestito di bianco.
    Non capii molto, infatti, riuscii solo a comprendere due parole: “ A casa il ventiquattro ”.
    Pensai subito che potessi uscire da quella struttura, conoscere, vedere per la prima volta la mia casa.
    Ad aspettarmi ci sarebbero stati sicuramente mio papà e anche il mio fratellone.
    Finalmente sarei riuscito a godermi il mio primo Natale, non in pancia della mamma, ma fuori ad ammirare quel mondo ancora tutto da scoprire.

  • Giuly scrive:

    Il regalo di Natale più bello.
    Era il periodo natalizio che tutti festeggiavano con allegria, aspettando il 25 dicembre, la mattina in cui i bambini trovavano e aprivano i regali portatigli da Babbo Natale.
    In particolare c’era Matilde, una bambina di cinque anni. Viveva a Milano, in un paesino interamente addobbato, soprattutto grazie a lei; credeva molto a Babbo Natale, tanto che desiderava diventare la sua renna preferita, Rudolf e appunto si faceva chiamare così. A casa sua, era lei che addobbava la casa: dall’albero alle luci esterne sul balcone, perfino quando andava al parco giochi addobbava i giochi, i cespugli, gli alberi e così anche gli altri fecero la stessa cosa vedendoglielo fare.
    Era il suo ultimo giorno di scuola e tra urli, canti, dei suoi amichetti le dissero che Babbo Natale non esisteva. Ma lei non ci credette subito e li disse quello che le diceva sempre sua madre, ma alla fine non li convinse. Delusa, arrabbiata e presa in giro, passò il tragitto, da scuola a casa, con il muso lungo. A metà strada la madre se ne accorse e le chiese spiegazioni. Rudolf non le rispose, ma per dimostrarglielo tornò indietro al parco ed urlò a tutti i bambini che Babbo Natale non esiste e che tutti i genitori sono dei gran bugiardi. La madre sorpresa le chiese altre spiegazioni e la figlia le raccontò cosa accadde a scuola. Infine, disse a Matilde:- Babbo Natale esiste solo se tu ci credi e se veramente e molto a Natale lo vedrai-. Alla piccola ritornò il sorriso in faccia, quindi la madre ne approfittò per dirle una notizia bella:- Stasera partiamo, trascorreremo il Natale a New York!!, non sei felice?!-, la madre aveva un sorriso in faccia enorme che si trasformò in cinque minuti, in una smorfia di tristezza, non vedendo nessuna reazione di felicità da parte di Rudolf. Rudolf era così arrabbiata che nella sua mente pensava a tante cose, come:- Aspetto il Natale da tanto tempo proprio per vedere una persona per me speciale che dicono non esista e voi mi volete rovinare tutto; non ci penso neanche a partire perché a tutti i costi questa persona speciale, devo vederla, con i miei occhi, che scende dal comino di casa mia e che mangia il latte che gli ho preparato-.
    Stavano per entrare nel portone di casa quando a Rudolf venne un’idea. Si fermò di scatto e chiese alla madre se poteva prendere delle caramelle nella sua borsa. Avuto il consenso, infilò le sue manine nella borsa e invece di prendere le caramelle, prese le chiavi(di casa, della macchina, della cassaforte ecc..) e le nascose.
    Quel gentil uomo, con la barba e la pancia grande, grande l’aveva aiutata prima del previsto, facendole il regalo più bello.
    Passò il Natale felicemente, con i suoi famigliari e soprattutto nella sua casa.

  • Gigia scrive:

    Un Natale fuori dall’ordinario
    Era la mattina del 24 e tutto sembrava tranquillo in casa, mia madre e mia sorella dormivano ed io che volevo un po’ di pace prima di ritrovarmi a pulire ed ordinare mi stesi un po’ sul divano e chiusi gli occhi persa nel mio mondo.
    Un rumore mi fece fare un balzo era l’aspirapolvere, mi alzai pensando che fossi arrivato il momento di aiutarle in casa quando vidi che tutto era già pronto: il pavimento brillava persino i mobili, la tavola era perfetta ne anche una cosa era in disordine, tutto era simmetrico, perfetto mi girai ad osservare mia madre che mi sorrideva , uno di quei sorrisi da pubblicità, era vestita e pettinata benissimo come fossi appena uscita dalla parrucchiera e lo stesso era per mia sorella, l’unica a sembrare uno straccio ero io, avevo ancora il pigiama addosso e ciò mi ricordò che doveva essere passato molto tempo e guardando l’ora mi resi conto che fra una ventina di minuti sarebbero arrivati tutti, stavo ancora guardando l’ora quando sentii un rumore familiare era la mia sveglia, aprii gli occhi e mi guardai attorno, la mia camera era una discarica, mia sorella dormiva beata nel letto e la vigilia di Natale era ancora tutta da vivere.

  • |--------->_*Afragola*_<----------| scrive:

    Due mandate scattarono nella porta.
    – Jim, vieni!- Gridò. Quasi volai, dopo una così tanto lunga attesa. –Oggi resterai da solo.-
    Spalancai gli occhi. -Ma come? Oggi è Natale! Non voglio passarlo ad annoiarmi!-
    – Lo so come ti senti, ma vedi, la mamma deve andare a suonare in un locale. Deve guadagnare soldini. E papà non può badarti.-
    -Uffa, non puoi chiamare la baby-sitter?- Speravo nell’ultima possibilità: magari non ci aveva pensato.
    -Mi è venuta in mente questa soluzione, ma poi l’ho scartata. E’ meglio se risparmiamo un po’ di soldi. E poi tu ormai hai 11 anni, adesso puoi stare da solo, no? Su, saremo a casa per le sette.- La guardai con il broncio. Non se ne era ancora andata e già mi veniva un attacco di solitudine…- Puoi sempre giocare alla Wii. Io vado.- Mamma girò su se stessa, poi richiuse la porta. Ero di nuovo solo e immensamente triste. Pensavo e ripensavo a quando fosse venuto il giorno in cui avrei passato un Natale con la mia famiglia, al completo. I miei pensieri però si fecero sempre meno fitti, le palpebre si appesantivano. Le mie preoccupazioni adesso erano come avvolte nel cotone, le orecchie non sentivano più niente e pian piano mi addormentai fra le braccia di Morfeo.

  • |--------->_*Afragola*_<----------| scrive:

    ma dobbiamo dare un titolo oppure usiamo “natale visto da una prospettiva che non immaginavo”? E SOPRATTUTTO IL TITOLO è INCLUSO NEL CONTEGGIO CARATTERI? rispondete!

  • |--------->_*Afragola*_<----------| scrive:

    non ho idee -_-

  • |--------->_*Afragola*_<----------| scrive:

    ce LA FARò >__< ma perchè? ho perso la fantasia =( dai basta adesso mi impegno

  • |--------->_*Afragola*_<----------| scrive:

    SI DEVO FARLOOO

  • |--------->_*Afragola*_<----------| scrive:

    ufffaaa!1!! vogliop partecipare ma non mi vengono idee >..< okokok dai mi verrà qualche idea va bene anzi sapete che vi dico? OGGI METTERò QUESTO RACCONTO, PRIMA DI PARTIRE

  • Giuly scrive:

    Bello il tuo racconto Sara, ma secondo me è troppo corto.

  • ⓛⓞⓥⓔM@Rg¥εïз scrive:

    Non vedo l’ora di mettere il mio racconto 😀

  • adminchiara scrive:

    Forza forza con le idee, c’è spazio per tutti!
    Ovviamente voi potete iniziare a scrivere e mandare il testo quando credete che sia il migliore che avreste potuto scrivere. Volendo, potete anche mandare lo stesso testo rivisto (ma questo solo 1 volta).
    La giuria però non si esprimerà fino al termine del concorso.

    :-)

  • Saretta98 scrive:

    Eravamo in classe ,l’ultima lezione di storia prima delle vacanze di natale. La prof. stava scrivendo una mappa alla lavagna quando una voce parlò:”Voi ci credete a babbo natale?”
    Una risata fragorosa irruppe nella classe. Perché stavano ridendo ?Nessuno aveva detto una barzelletta. Non capivo.
    In seguito alla risata una sfilza di NO spezzò il silenzio tombale.
    Non credevano a babbo natale?
    La voce spezzò nuovamente il silenzio per dire:”Fate bene come si fa a credere a un grassone vestito di rosso che consegna i regali in una notte.”
    Una nuova voce si aggiunse:
    “ Dobbiamo avvertirlo che il rosso è passato di moda se no che figura ci fa quando passa a dare i regali a Valentino.”
    Ma cosa stavano dicendo,un grassone, lui era IL grassone se mai e poi lo sanno tutti che Babbo natale non è da solo a consegnare i regali, è aiutato dalle renne volanti.
    Mi alzai di scatto presi fiato e pronunciai le seguenti parole:”IO CREDO A BABBO NATALE!!”
    Conclusa la mia frase fui sorpresa da un acuta folla schiamazzante che si piegava a metà dalle risate ,tutto ciò fu placato dal suono della campanella ,la quale fece uscire tutti fuori dalla stanza e lasciò me, lì seduta a pensare su cosa fosse appena successo.

  • Giuly scrive:

    Subito a lavoro. Mi piace fare concorsi punto meraviglia.

  • |--------->_*Afragola*_<----------| scrive:

    Fortee! Quest’anno DEVO partecipare a tutti i costi :) Solo che non mi viene in mente niente…. aspetta…. una mezza idea ce l’ho :)

  • Trottolina98 scrive:

    Finalmente!!!
    Non vedevo l’ora!! :)

Lascia un Commento

Devi aver fatto il login per inviare un commento