Nell’ambito delle iniziative per il 27 gennaio iamo andati a vedere il film “La chiave di Sara” di Kristin Scott-Thomas.

1) Cosa ne pensate?

2) Quali sono secondo voi le motivazioni che spingono Julia a voler capire meglio la storia del suo paese di adozione (la Francia) e della casa in cui sta per andare ad abitare?

3)Alla fine del film una voce dice che una storia quando viene raccontata non può essere più dimenticata. Cosa significa per voi? Perché?

15 Commenti a “La chiave di Sara”

  • mikeoutlaw scrive:

    a me il film e piaciuto ma solo in certe scene in molte altre no,mi annoiava julia e tutte le sue ricerce su chi abitava in quella casa,su cosa e successo era troppo esagerata per i miei gusti poi la parte finale che si scopre che a divorziato,e che la figlia la chiamata sara in quel momento mi e salita una rabbia verso l’attrice perche a fatto stare male il figlio di sara ma tutto sommato su cosa era successo circa 100 anni fa era molto dettagliato la situazione in cui si trovavano e le frasi erano molto significative.
    a me mi ha fatto sentire male la frase della madre di sara dove dice ci vogliono far suicidiare moriremo tutti perché fa capire lo stress e la tensione che c’era

  • DJGoRdY scrive:

    A me questo film è piaciuto molto perchè ci ha fatto capire che nella frittata c’è anche il secondo lato ovvero che nei campi di concentramento anche se in minor parte qualcuno riusciva a scappare, grazie a questo io ho cambiato, o meglio rafforzato le mie idee perchè sul nazismo ho sempre avuto degli ideali molto ferrei perchè non mi sono mai preoccupato troppo del passato, forse perchè quello che ci trasmettevano era tutto uguale tutti morivano, tutti erano detenuti, che da una parte è la realtà ovviamente e non va dimenticata però sicuramente bisogna un po’ pensare al futuro, dimenticare questi fatti anche se è difficilissimo e pensare come ci propone questo film a chi è riuscito a scappare.

  • fabi <3 (: scrive:

    A me questo film è piaciuto molto perchè non è stato come tutti i film visti in classe dove si potevano vedere tutte le scene orribili dei campi di concentramento ma è finalmente si è vista una ragazzina che si salva dal campo e cerca per un bel po di anni di ricostruirsi una vita. Mi ha colpito molto anche perchè finalmente non si è svolto in Germania ma in Francia e questo mi ha fatto capire quanto fosse stata esteso il pregiudizio sugli ebrei.
    Una parte del film che mi ricordava tanto la realtà erano i colleghi di Julia che non si sapevano niente sullo stermino degli ebrei in Francia.
    Ho imparato dal film anche a non arrendermi mai , di portare avanti sempre le mie idee e di non farmi influenzare da nessuno.
    Penso che la giornata della memoria in qualsiasi situazione DEVE ESSERE RICORDATA !

  • Mury<3 scrive:

    Questo film mi è piaciuto molto perché guardava in faccia alla realtà, nel senso che secondo me film come “Il Bambino Con Il Pigiama A Righe” messo a confronto con questo film sembrano un po’ una favola. In questo film si vedono le cose come stanno mentre in altri film la storia della tortura degli ebrei è un po’ nascosta.
    Mi è piaciuto anche il rapporto tra passato e futuro, lo ho trovato interessate perché oggi volta che Julia scopriva qualcosa sul conto di Sara c’era il flashback che spiegava nei minimi dettagli che cosa era successo.
    Secondo me, Julia va alla ricerca della verità perché, lavorando per il giornale, facendo ricerche scopre che nella casa in cui lei presto andrà a vivere prima c’era una famiglia di ebrei deportati e quindi è curiosa. Vuole saperne di più anche per scoprire la storia di quella casa ma dall’altra parte non vuole vivere in quella casa perché conosce in parte la sua storia e non riuscirebbe a vivere sapendo che cosa era accaduto in quell’appartamento.
    La frase: “Una storia quando viene raccontata non può essere più dimenticata” significa, secondo me, che quando noi parliamo della Shoah non ci dimentichiamo che cosa successe, non dimentichiamo quanti morti ci furono e forse perché è qualcosa che ci tocca veramente. Secondo me, quella frase significa che quando ci viene raccontata un storia che ci tocca davvero, che noi sentiamo nostra o che comunque ci rendiamo conto del vero significato di quella storia, essa non potrà mai essere dimenticata.

  • Mask scrive:

    Questo film mi ha aperto gli occhi su come provi a fare una buona azione l’altra persona può anche non accettare.
    Il film non mi è piaciuto sono stanco di vedere film sugli ebrei.

  • ⓛⓞⓥⓔM@Rg¥εïз scrive:

    A me questo film è piaciuto molto, non era duro in senso non aveva scena che facevano senso oppure colpivano, tranne quella in cui la donna si butta giù da un piano del velodromo.
    Una, delle tante cose che mi hanno colpito, è stata quella di vedere i francesi rinchiudere gli ebrei nei campi di concentramento o nel velodromo e non i tedeschi.
    Secondo me Julia ne vuole sapere di più perché da una parte è curiosa di quello che successe e dall’altra anche un po’ intimorita nell’andare ad abitare in una casa in cui era stata deportata una famiglia.
    La frase ” Una storia quando viene raccontata non può essere dimenticata” per me, sta a significare che non bisogna mai scordarsi di quello che accade nel 1942, di quanti danni, vittime e feriti ci furono e bisogna ricordarsela per non ripete lo stesso errore in futuro.

  • $[dj_ BrIk]$ scrive:

    Questo film ha un’ottima capacità di narrare una storia che di per sè è affascinante e purtroppo macambra.
    La cosa affascinante sicuramente è questo “non giocare sulle solite immagini” dei campi di sterminio ma lasciare che la storia primeggi.
    A riprova del fatto che la storia deve in un certo senso primeggiare è la scelta del titolo; quella chiave che significato ha?
    Libertà, speranza, prigione?
    Probabilmente tutti e tre!
    Libertà, per il fratello che invano aspetterà Sara, speranza ovvero, quella chiave è la speranza che il fratello si salvi.
    E la prigione, come parlare di prigionia quando fino a poche righe fa parlavo di libertà?
    Ecco forse quella prigionia è intesa come essere schiavi, schiavi del rimorso di aver “ucciso” qualcuno quando già era difficile pensare a se stessi, che è quello che è capitato a Sara con il fratello.
    Quello che mi sorge spontaneo pensare allora è, e se il fratello di Sara, uno dei personaggi meno inquadrati e narrati, fosse uno dei personaggi più importanti della storia?
    Questo è ovviamente un mio parere personale e quindi ognuno è libero do pensarla come vuole.
    Questa storia oltretutto di bello ha secondo me ha questa cornice storica e caratterizzante della storia, che non viene mai trascurata e maldescritta.

  • ▒ℒąŋƇḝ▒ scrive:

    Questo film mi è piaciuto perchè hanno utilizzato un simbolo, la chiave, per far funzionare il film come se la chiave aprisse la storia, indipendente dal fatto che la chiave aprisse la porta della casa. Inoltre il film mi è piciuto perchè mi sono immedesimato in Julia dal solo fatto che lei è una giornalista e per cui deve essere curiosa, quando ha cominciato ad indagare ero intrigato e poi quando la cosa era nel vivo io ero impaziente di sapere come andasse a finire, poi quando ho saputo che Sara era morta non ci potevo credere e mi chiedevo:”Come?” “Quando” e volevo sapere ancora di più. E dopo quando si è visto che si è suicidata pensavo che non era lei perchè Sara ha avuto la forza di scappare e in un certo senso di ribellarsi.
    Secondo me Julia voleva sapere di più perchè quando si è giornalisti devi andare in fondo alle cose non girandoci intorno.
    Secondo me l’ultima frase vuol dire che quando ti raccontano una cosa che ti colpisce questa rimmarra per sempre nel tuo cuore come se ti innamorassi di una persona costei non la dimenticherai mai perchè noi abbiamo un anima dove custiodiamo tutte le nostre emozioni che abbiamo provato in diverse situazioni belle o cattive che siano e per questo che quello che proviamo non si dimentica tanto facilmente.

  • J.Page scrive:

    Questo è stato un film molto interessante, perché faceva riflettere sulla tragedia dell’olocausto senza mettere le solite scene cruente e spesso inutili per lo svolgimento della storia, inoltre la trama è molto affascinante.
    Julia vuole sapere la verità sulla faccenda perché si sente chiamata in causa per il fatto che la casa nella quale andrà ad abitare e che apparteneva alla famiglia del marito era la stessa nella quale ha vissuto Sara e si sentiva un po’ colpevole e quindi cercava di scoprire di più. Inoltre lei stessa dice di vedere sua figlia al posto di Sara e quindi a maggior ragione vuole sapere se alla fine si è salvata.
    La frase detta alla fine a mio parere significa che una storia importante come quella di Sara non può essere dimenticata e provare a farlo (come ha fatto il figlio di Sara) è una cosa da vigliacchi.

  • αngi scrive:

    Il film mi è piaciuto ma allo stesso tempo no, perchè è stato molto angosciante vederlo, sopratutto in alcune scene.
    La curiosità di Julia nel voler sapere cos’è successo nella casa in cui sta per andare ad abitare è spinta seondo me da un senso di colpa, perchè comunque sta andando a vivere in una casa in cui è morto un bambino lasciato in un armadio e in cui abitavano degli ebrei che hano sofferto e che sono morti.
    Penso questo anche immedesimandomi in Julia e come mi sarei sentita, perchè anche io avrei fato delle ricerche e mi sarei rifiutata di andarci, a prescindere della bellezza della casa.
    Una storia quando viene raccontata non può essere più dimenticata.
    Secondo me vuol dire che quando ti raccontano una qualsiasi cosa che però ti colpisce tu non puoi più dimenticarla e ti rimarra sempre in mente, è anche lo scopo del giorno della memoria, che ci fa riflettere ma soprattutto ricordare la catastrofe degli ebrei, e della loro uccisione.

  • Bazzi scrive:

    Questo film mi è piaciuto molto, particolarmente la parte del bambino che viene chiuso nell’ armadio dalla sorellina Sara, la povera sorellina voleva solo salvare il suo fratellino dai campi, ci è riuscita ma in un modo sbagliato.
    Julia, vuole capire cosa centra la sua famiglia con quella degli ebrei che erano stati in quella casa. Poi vuole anche capire cosa è successo all’ interno di quella casa e si sente in colpa a vivere dentro di essa.
    Una storia quando viene raccontata, non viene, nè può essere dimenticata perchè al suo interno c’è sempre qualcosa che non si dimentica. Soprattutto una storia di questo genere, almeno io, non riuscirei mai a dimenticare che nella mia casa sono vissuti degli ebrei che poi sono stati deportati, nè tanto meno dimenticare tutta la storia degli ebrei, delle persone che sono morte.

  • Giuly scrive:

    A me questo film non è piaciuto perché appena vedevo le scene anche se non si vedeva molta violenza mi faceva paura e mi veniva subito da piangere, infatti non è che non me ne importi degli ebrei anzi mi dispiace per loro ma questo argomento mi fa paura.
    Secondo me Julia vuole saperne di più sulla storia del sua paese di adozione(Francia) perché avendo visto che neanche due giornalisti(ovvero i suoi colleghi) sanno molto su questo argomento lei vuole informare tutti di ciò che è avvenuto senza nascondere niente.
    Io condivido la frase che se una storia viene raccontata, dopo non ce la si toglie più di mente, perché anche a me è capitato più volte che mi venissero raccontate delle storie brutte(es:il bambino con il pigiama a righe) e non riuscivo a togliermele di testa, come è accaduto con questo film.

  • Saretta98 scrive:

    Questo film mi è piaciuto perchè fa capire il senso del film,ti fa emozionare,piangere senza però mostrare immagini sanguinose.Un altro motivo è perchè la parte del “cattivo” non è interpretata dalla Germania ,ma dalla Francia quindi ci mostra un punto di vista diverso da quello che ormai dovremmo sapere.
    Il terzo motivo che mi porta a consigliarlo e la tenacia e la voglia di Julia di voler capire ,di voler sapere e questa non è una cosa che molte persone fanno.
    Di solito la gente dimentica perchè è più facile,nasconde la sua vera identità e cancella il suo passato.
    Julia invece vuole sapere cosa centra la sua famiglia con la morte di due ebrei e la scomparsa di una certa Sara.
    Secondo me lo fa perchè essendo una madre si sente in dovere di difendere anche quella piccola creatura che ha vissuto anni fa e vuole sapere se la sua famiglia gli ha aiutati o se ne è fregata.
    Una frase che mi ha colpito che ha detto Julia al suo collega giornalista è stata:”Come fai a sapere cosa avresti fatto tu in quella situazione.”
    Secondo me lei aveva anche paura della sua reazione se fosse nata nel 1942.
    Secondo me l’ultima frase significa che nessuno può cancellare il passato lo può solo nascondere e quando verrà trovato e scoperto nessuno si dimenticherà più di te ,di quella ragazza che è scappata all’olocausto.
    Ogni storia può insegnare qualcosa il difficile e farsì che quello che hai imparato lo concretizzi con azioni o espressioni.Ma tenerlo anche solo nel cuore può bastare perchè se mille cuori si fondono possono creare un organo da donare.
    Come dicono tutte le persone che sono sopravvisute all’olocausto:”Non voler ricordare è da vigliacchi ma non voler saper è ancora peggio.”

  • Mtnago scrive:

    secondo me lei fa tutte queste ricerche perché si sente un po incolpa, ad andare ad abitare in quella casa, come un po tutti del resto io stesso mi sarei sentito in colpa ad andare ad abitare in quel appartamento. secondo me la risposta alla domanda numero 3 è che ogni cosa che qualcuno ti dice è importante, ma per restare nella trama del film, penso che quella frase si riferisse, al fatto che se uno ti racconta una storia degli ebrei è difficile che tu tela possa dimenticare

  • Gigia scrive:

    A me questo film è piaciuto molto perchè non aveva particolari scene cruente e anche il fatto che per una volta non è la Geramania ha prendersi la resposabilità di tutte queste azioni.
    Julia vuole scoprire la storia di Sara perchè dopo aver scoperto di chi era la casa che stava per prendere e che prima era appartenuta ai suoi suoceri, lei si sente in dovere di sapere come aveva fatto a finire nelle mani di quest’ultimi, quindi, vuole essere sicura di che persone ha come suoceri.
    Una storia, secondo me, quando viene raccontata non viene mai dimenticata perchè insegna sempre qualcosa e ha sempre qualcosa di particolare che non si scorda mai.

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