Le Radio libere sono nate durante la metà degli anni ’60, dove nei giovani stavano montando in tutta Europa una voglia di radio, intesa come sorgente di intrattenimento, musica…

Nascono in particolare negli Stati Uniti e Gran Bretagna attraverso radio pirata come Radio Caroline e Radio Veronica.

In Italia, invece, la Rai faceva trasmissioni come Bandiera Gialla e per i giovani: Alto gradimento, Hit-Parade, Supersonic… ma c’erano anche due radio straniere che trasmettevano in lingua italiana: Radio Montecarlo  e Radio Capodistia.

Una grande differenza tra le radio libere e quelle tradizionali era che le libere potevano permettersi la comunicazione bidirezionale attraverso la sinergia con il telefono, questo metodo viene spesso usato ora,  quando le persone chiamano per dedicare qualcosa a qualcuno o per rispondere alle domande per vincere un premio.

All’inizio degli anni ’70 si crearono le condizioni per la radiofonia privata

nei principali paesi europei, con l’Italia in prima fila per numero di emittenti e numero di ascoltatori .

Le radio servivano anche, per far emergere la voce operaia e giovanile, che la utilizzarono per far cadere numerosi governi, ma anche per poter far crescere la libertà individuale e il desiderio di poter scegliere in autonomia le fonti di informazione.

In pochi anni, tutte le frequenze disponibili, almeno nelle grandi città, vennero occupate da decine di radio libere.

Per coprire le ventiquattrore naturalmente la musica era fondamentale e quindi venivano utilizzati vari generi e stili.

Nel 1976 aprire una radio in Italia era una operazione al limite della legalità, anche se, assai frequente e destinata ad espandersi ulteriormente. stili di musica.

Nessuna radio libera si sognava di versare diritti, anche perché in generale erano autofinanziate e chi vi lavorava, non solo lavorava gratuitamente, ma contribuiva anche ai costi fissi della radio.

A 30 anni di distanza, nessuno pensa più alle radio come radio libere, ma solo come radio commerciali, che hanno livellato lo standard verso i gusti musicali più comuni, smettendo di fare sperimentazioni.

E voi, lo sapevate?

Cosa ne pensate delle radio libere?

Ciao da Gigia!!! 😀 😀

4 Commenti a “Le Radio libere”

  • Angy scrive:

    Io penso che le radio libere siano un ottima cosa, perchè anche le persone comuni possono esprimersi e parlare dei loro problemi.
    In alcune radio infatti, aprono anche dei dibattiti telefonici, dove ognuno chiama e dice la propria su un fatto accaduto di recente.
    Poi ci sono le radio che ti informano e ti fanno divertire.
    Penso che la radio sia un’ottima cosa anche perchè è per tutte le età e intrattiene le persone in macchina durante un viaggio o a casa. :)

  • Gigia scrive:

    Io prima di scrivere questo articolo non sapevo dell’esistenza delle radio libere e credo che sia un vero peccato che ora le radio più importanti siano quelle commerciali, dove gli argomenti che si trattano sono molto spesso banali perchè hanno solo lo scopo di catturare l’attenzione delle persone e di non annoiarle.
    Infatti, nelle radio commerciali raramente si trattano temi importanti, soprattutto temi sull’attualità.
    Un’altra cosa che mi ha colpito molto è stata quando ho scoperto, che chi lavorava nelle radio una volta lo faceva gratuitamente, ora nessuno lo farebbe soprattutto perchè la vita secondo molte persone, è incentrata tutta suoi soldi ormai.

  • ⓛⓞⓥⓔM@Rg¥εïз scrive:

    Io delle Radio Libere ne conoscevo l’esistenza, ma non la storia e se devo essere sincera non mi sono nemmeno mai chiesta quale fosse, ma grazie a questo articolo ora la conosco.
    Io penso che le Radio Libere per chi ama la musica siano le più adatte, ma anche le migliori e credo che sia una bella iniziativa quella che facevano, di lavorare senza essere pagati, lavoravano per il piacere di trasmettere canzoni alla radio e magari divulgare qualche notizia.
    Io penso che lavorare gratis solo per far del piacere agli altri sia una cosa fantastica, soprattutto se le persone che ascoltano si divertono e si interessano.
    Ora come ora, come ha detto Sara, nessuno lavora gratuitamente per gli altri, ma tutti chiedono qualcosa in cambio.

  • Saretta98 scrive:

    L’ultima frase di questo articolo mi colpisce molto perchè purtroppo è la verità e in questo caso la verità è dura.
    Secondo me, adesso che la radio ha assunto un livello internazionale dovrebbe parlare dei problemi che ci sono con l’utilizzo della musica.
    Perchè le persone alcune volte non vogliono sapere perchè se uno sa troppe “disgrazie” non uscirebbe più di casa.
    Ma sapere il giusto ci fa capire in che mondo viviamo e come possiamo fare noi ospiti di questo mondo a rimediare.
    Secondo me, prima le radio servivano proprio a questo mentre adesso forse che la situazione è peggiorata è meglio nasconderla.
    Questo modo di ragionare assomiglia a quando mia madre mi chiede ti pulire ed io nascono tutto sotto il tappetto.
    Io si sapevo tutte le funzioni delle radio ma non sapevo si chiamassero radio libere.
    Mi colpisce anche che la gente pur di fare sapere e alcune volte di rallegrare la giornata con quei cinque minuti di radio lo faceva gratuitamente. Ma adesso chi è che fa qualcosa gratuitamente per gli altri?
    Nessuno.

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