Leopardi raccolse alcune dei suoi testi in prosa nelle “Operette morali“, scritte nel 1824 ma pubblicate definitivamente nel 1835 dopo alcune revisioni. Le “Operette morali” raccolgono i temi cari al poeta quali, ad esempio, quello della relazione tra uomo e Natura, quello relativo al trascorrere del tempo, al contrasto tra i valori antichi e quelli moderni, ecc.  Il titolo allude al fatto che i testi siano piuttosto brevi, presentati con una certa umiltà, anche se chiaro è lo scopo, ovvero quello di offrire occasioni di riflessione sui costumi, sui valori.

Trovate qui il testo del “Dialogo della Natura e di un islandese” in cui viene proposta la visione della Natura maligna contro la quale l’uomo non può fare nulla e da cui non  è possibile neppure fuggire.

Ascoltate la lettura del testo.

(Fonte mp3: http://www.sebastio.uniba.it/sussidi.html)

Un Commento a “Leopardi: “Dialogo della Natura e di un islandese””

  • αngi scrive:

    Prof non so se abbiamo fatto giusto il compito perchè non lo avevamo capito bene. Ho fatto il riassunto con Afra.

    Il dialogo della Natura e di un Islandese narra di un Islandese che si sente infelice,
    quindi decide di girare il mondo convinto di trovare un luogo adatto a lui.
    Va per l’interiore dell’Africa e passa sotto la linea equinoziale, dove incontra la Natura che ha sembianze di donna enorme appoggiata a una montagna a cui rivolge domande esistenziali, dopo averle posto anche i suoi dubbi sul suo comportamento indifferente verso l’uomo.
    Fa un esempio: “un uomo invita un suo amico a casa sua a vivere, però non gli da le dovute attenzioni, gli da una camera umida, fetida, aperta al vento e alla pioggia ecc.. giustamente l’ospite si lamenta di ciò, ma il proprietario di casa gli risponde dicendo: “Non ho mica costruito questa villa per te e non mantengo i miei
    figliuoli, e questa mia gente, per tuo servigio?
    ; a questo l’amico replica: “vedi, amico, che siccome tu non hai fatto questa
    villa per uso mio,potevi anche non invitarmi. Ma poiché spontaneamente hai
    voluto che io ci vivi, non sarebbe tua la responsabilità che io ci viva per lo meno senza pericolo?
    In questo esempio, paragona l’uomo di casa alla Natura e l’ospite agli umani, perché è come se la natura avesse invitato gli umani a vivere sulla terra, ma senza dargli le dovute attenzioni e provocando disastri, ovvero terremoti, burrasche ecc.

    Quindi l’islandese chiede alla Natura il senso del suo comportamento contro gli umani, ma lei replica affermando di essere al di là del bene e del male e di operare seguendo un ciclo di conservazione ben al di sopra delle vite.
    Ma quando alla fine l’islandese chiede chi ci guadagna in questa vita infelice nell’universo, conservata con il danno e con la morte delle cose che lo compongono, passano due leoni e lo divorano
    e una tempesta di sabbia lo seppellisce rendendolo una mummia da esposizione.
    (2 finali)

    Va bene ma alcuni punti sapreste spiegarli? As es, che significato hanno i due finali?

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